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Supporto didattico ALL'ESPERIENZA
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Fisica
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LE DOMANDE PER INCOMINCIARE
Una
possibile partenza può essere quella di osservare situazioni in cui le
diverse sorgenti creano situazioni diverse di illuminazione, senza però
fornire ai ragazzi indicazioni specifiche. Le foto che seguono
suggeriscono situazione che i ragazzi dovrebbero osservare davvero,
infatti è la realtà il punto di partenza dei ragazzi ed è da lì che il
docente si deve muovere.

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1) All’esterno, meglio
se all’alba o dopo il tramonto, cielo nuvoloso. Serve essere immersi
in un mare di luce senza ombre. |
2) Stanza
illuminata in luce diffusa senza una sorgente di luce diretta. Si
vuole riprodurre all’interno il mare di luce della situazione
precedente. |
3) Fascio
conico di luce
di un proiettore di diapositive
(per evidenziarlo si può
spargere della polvere di
gesso come nella foto).
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4) Raggio
laser (per evidenziarlo si può spargere della polvere di gesso come
nella foto) |
Alcune possibili domande
di partenza:
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C’è
la luce nelle prime due situazioni (il mare di luce)?
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Che
forma hanno i fasci di luce nelle situazioni che hai osservato?
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In
quali situazioni parleresti di “fasci di luce” e “raggi di
luce”?
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A
cosa somigliano i raggi di luce?
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CHE COSA FAR NOTARE
La luce solare occupa tutto lo spazio disponibile.
Gli acchiapparaggi ne catturano delle parti, i fasci di luce.
La luce passa solo se il tubo è rettilineo, la luce si propaga in fasci/raggi rettilinei.
I fasci di luce hanno forme diverse in base alle caratteristiche delle
sorgenti che li producono.
L’uso di cilindri di diverso diametro aiuta ad arrivare gradualmente all’idea di raggio,
infatti i fasci di luce si possono immaginare come formati da infiniti raggi che
si possono modellizzare come sottili fili tesi, spaghetti o altro.
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CHE COSA SUCCEDE
La luce emessa da una sorgente occupa tutto lo spazio disponibile come un
mare di luce.
Per vedere una sorgente l’occhio deve essere rivolto nella direzione della sorgente e non
vi deve essere un ostacolo opaco in quella direzione; infatti una sorgente è visibile
attraverso un tubo lineare mentre non lo è attraverso un tubo curvo (attenzione: se si
guarda il sole occorre una protezione
adeguata).
Dunque il “cammino della luce” è rettilineo, infatti essa attraversa senza ostacoli i
tubi rigidi allineati nella sua direzione di propagazione e viene vista come macchia sulla
superficie del primo oggetto opaco incontrato; la luce non può attraversare tubi a
curvatura tale da non permettere il suo flusso rettilineo perché le pareti ne interrompono
il percorso assorbendola e/o riflettendola.
Il modello “a raggi” non dice nulla della natura della luce, ma soddisfa l’esigenza di
indicare la direzione in cui la luce si propaga. I raggi vanno intesi come gli assi
centrali dei cilindri e dei conetti elementari in cui lo spazio di luce si immagina
suddiviso, pertanto sono rappresentabili geometricamente come rette.
La diminuzione graduale del diametro dei tubi acchiapparaggi aiuta a
costruire l’idea di
raggio nei ragazzi.
Supponendo che l'insieme degli spaghetti sostituisca il fascio di luce , si può pensare
che i singoli spaghetti siano fasci di luce di diametro minimo detti comunemente raggi.
I modelli hanno comunque dei limiti, la diminuzione del diametro dei tubi ad un certo
punto deve diventare solo teorica per le difficoltà sia di ordine pratico, sia per quelle
concettuali. Se il diametro del tubo va oltre un certo limite si assiste infatti al
fenomeno della diffrazione.
Occorre tenere presente che alla parola raggio i ragazzi possono attribuire il duplice
significato di raggio di vista o di raggio di luce. L’idea che “qualcosa” esca dall’occhio e vada verso l’oggetto permettendoci di
vedere è molto forte e può interferire nella corretta formazione del concetto di raggio;
inquadrare le sorgenti può far pensare all'idea di raggio di vista, catturare la luce con
l'acchiapparaggi può far pensare all'idea di raggio di luce.
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PER APPROFONDIRE
I fasci di luce prodotti da un lampione costituiscono modelli alternativi di fasci conici.
Si può chiedere ai ragazzi di individuare e riconoscere altre situazioni reali in cui si
visualizzano fasci o raggi di luce.
Complementari agli spazi di luce studiati sono gli spazi d’ombra. La propagazione
rettilinea della luce viene confermata in modo indiretto dalla formazione delle ombre.
Quando la luce incontra una superficie opaca si ha la formazione di un'ombra i cui confini
sono i raggi rettilinei luminosi che lambiscono il contorno dell'oggetto opaco illuminato;
si può far notare che l'ombra è uno spazio e non solo una macchia
(si veda in proposito il progetto
SeCiF).
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