RUBENS, IL COLORE E LA PROSPETTIVA |
|
Rubens, tra i pittori del suo tempo (1577-1640), fu probabilmente colui che maggiormente si preoccupò di fondare la propria ricerca pittorica su basi scientifiche. Il suo contributo rivoluzionario all'arte della pittura ha origine da un profonda conoscenza dell'anatomia, delle leggi della prospettiva e dell'ottica, della geometria e della fisiognomica. Scrisse persino un saggio "sul tema dei colori" che purtroppo andò perduto, così come la maggior parte dei suoi quaderni di appunti. |
Le testimonianze più
evidenti del suo atteggiamento nei confronti dell'arte
pittorica e della scienza ci vengono dalla sua opera e
dalla sua collaborazione con Francois Aguilonius, scienziato
gesuita, per la realizzazione di un trattato di Ottica (I
sei libri dell'ottica) che venne pubblicato in Francia
nel 1611. Rubens si occupò delle illustrazioni del
trattato, dimostrando un profonda conoscenza dei temi
legati ai fenomeni della percezione e della luce.
|
![]() |
Nelle sue opere non traspare in modo diretto, come nel caso di altri artisti (Leonardo, Durer), il suo rapporto con la scienza. Solo in alcuni dipinti (Giunone e Argo, La Benedizione della Pace) si possono rintracciare dei riferimenti diretti alle teorie del colore di Aguilonius. La testimonianza più esplicita dei suoi studi di carattere scientifico consiste, comunque, nelle incisioni realizzate per il trattato dello scenziato Gesuita, oltre che in alcuni studi di anatomia e uno schizzo sull'effetto riflettente della superfice di un lago. |