Obiettivo
Studiare il comportamento della luce quando incontra un mezzo trasparente a
superficie liscia.
Materiale
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Torcia a penna (torcia che
produce “macchie” di luce ben definite e abbastanza omogenee)
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Laser pointer
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Latte (poche gocce)
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Talco, gesso, bastoncino di
incenso ….. cancellino, piumino da talco
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Bastoni di varie dimensioni
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Angolari metallici da fissare ai
bastoni per costruire sostegni per le sorgenti.
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Scotch largo (da pacchi)
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Bottiglie di plastica a sezione
circolare da 0,5 e da 1,5- 2 litri.
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Le bottiglie piene d’acqua e
legate con lo scotch a gruppi di 3- 4 possono essere usate come base per
sostenere i bastoni.
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Contenitori trasparenti
di forme diverse: a base rettangolare e superfici laterali piane, a superficie
laterale cilindrica, a boccia,…
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Come procedere
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Disporre il contenitore vuoto su un piano orizzontale. Fissare sul fondo
del recipiente, all’interno, un cartoncino bianco e
puntare il raggio laser su di esso. Segnare dove arriva la luce del
laser.
Versare lentamente acqua nel recipiente e osservare
dall’alto cosa accade alla macchia; si suggerisce di registrare la posizione
sul foglio per almeno due diversi spessori d’acqua, uno circa doppio
dell’altro. Segnare sul recipiente il livello raggiunto dall’acqua nei
diversi casi.
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Ripetere l’esperienza utilizzando come sorgente la
torcia a penna.
In questo caso
si tenga traccia, sul foglio, della forma e della dimensione della macchia
luminosa per i diversi spessori d’acqua già utilizzati in precedenza.
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Riempire di acqua un
recipiente trasparente a facce piane e parallele. Puntare il raggio laser
contro la superficie libera dell’acqua avendo
cura di disporre il pointer parallelo alla superficie laterale da cui si osserva
e non lontano da essa; aggiungere all’acqua
(mescolando) qualche goccia di latte finché il percorso del raggio laser al suo
interno non diventi visibile.
Ponendo gli occhi all’altezza
del contenitore visualizzare con talco o gesso la direzione del fascio laser in
aria e confrontarla con quella in acqua.
Mantenendosi sempre sullo stesso
piano, ripetere l’esperienza per varie inclinazioni del fascio laser, in
particolare disporre il laser in direzione perpendicolare alla superficie libera
dell’acqua.
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Ripetere l’esperienza 3. sollevando il recipiente e
appoggiando il laser pointer contro il fondo. Variare l’inclinazione del
raggio da una posizione perpendicolare alla superficie libera dell’acqua
a una quasi parallela (se necessario, per aumentare l’angolazione si
sposti il laser contro la parete laterale). Osservare il percorso del raggio
laser in acqua e in aria.
Cosa
si nota
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Sul fondo del recipiente si nota una macchia rossa che,
versando l’acqua, si sposta verso il lato del recipiente da cui proviene
il fascio; le macchie sono allineate e lo spostamento è tanto maggiore
quanto maggiore è lo spessore d’acqua attraversato.
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Sul fondo del recipiente si nota una macchia luminosa a
forma approssimativamente ellittica che si sposta verso il lato del
recipiente da cui proviene il fascio; l’ellisse si modifica, l’asse
maggiore si accorcia via via
mentre l’asse minore rimane praticamente invariato.
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Quando il laser è puntato in direzione perpendicolare
alla superficie di separazione tra aria ed acqua, il raggio prosegue
indeviato. In tutti gli altri casi il percorso del raggio laser cambia
direzione: il segmento rosso visualizzato
in acqua è “piegato” verso il lato del recipiente a cui è affacciato
il laser pointer. Si possono vedere anche i percorsi dei raggi riflessi
rispettivamente dalla superficie dell’ acqua e dal fondo del recipiente,
analizzati in dettaglio nel caso della riflessione.
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Quando il fascio laser passa dall’acqua all’aria si
nota che il raggio percorre il cammino in senso inverso: si vedono ancora
due “segmenti” rossi in acqua e in aria, che non sono uno il
prolungamento dell’altro. Il raggio in aria si allontana dalla
perpendicolare alla superficie rispetto al raggio in acqua. Aumentando
l’inclinazione del laser pointer rispetto alla perpendicolare alla
superficie libera dell’acqua si arriva ad un angolo oltre il quale
il raggio in aria scompare e appare un secondo raggio in acqua,
intenso come il raggio incidente e con la direzione del raggio riflesso
dalla superficie di separazione fra acqua ed aria.
Conclusioni e interpretazione
Quando un fascio di luce
passa da un mezzo trasparente a un altro ad ogni raggio che arriva sulla
superficie di separazione fra i due mezzi (raggio incidente) corrisponde nel secondo mezzo un raggio deviato (raggio
rifratto). Considerando gli angoli tra i raggi e la perpendicolare alla
superficie si nota che l’angolo
fra il raggio incidente e la perpendicolare (angolo di incidenza) è maggiore
dell’angolo fra il raggio rifratto e la perpendicolare (angolo di rifrazione)
se la luce passa dall’aria all’acqua, e viceversa se la luce passa
dall’acqua all’aria. L’acqua “avvicina” il raggio rifratto alla
normale, si dice che è otticamente più “densa” dell’aria. Questo si
verifica per tutti i raggi paralleli di cui si può immaginare formato il
fascetto laser e per ognuno dei raggi, divergenti, che costituiscono il fascio
della torcia.
La relazione tra i due angoli non è semplice come nel caso
della riflessione e dipende dalla coppia di materiali considerati (si veda Approfondimenti). Vi sono numerosi siti
internet in cui vengono proposte simulazioni che permettono di ottenere
rappresentazioni grafiche e valori numerici dell’angolo di rifrazione al
variare dell’angolo di incidenza per diverse coppie di materiali. Vedi ad
esempio http://xoomer.virgilio.it/lpirri/Fisica/appunti/Fisica128.html
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