Esperimento n.
1: Il bicchiere suona?
Come prima prova abbiamo
usato un bicchiere di vetro spesso senza gambo e lavorato. Abbiamo versato in esso un po’ d’acqua e, bagnandoci le dita, le abbiamo
passate sul suo bordo. Non abbiamo ottenuto alcun suono.
Poi abbiamo ripetuto lo stesso esperimento con un
bicchiere di cristallo ma spesso, lavorato e con il gambo: un calice. Non
abbiamo ottenuto alcun suono.
Poi abbiamo provato con un calice di cristallo
sottile, non lavorato.
Versando un po’ d’acqua all’interno del bicchiere e
strofinando in senso circolare le dita bagnate sul bordo, dopo mezzo giro abbiamo ottenuto un suono sottile e prolungato.
Abbiamo riempito il bicchiere quasi fino all’orlo e,
ripetendo l’azione, abbiamo ottenuto un suono un po’ più grave.
Guardando l’acqua, abbiamo visto che essa si muoveva
in sincronia e nello stesso verso in cui girava il dito.
Marta ha appoggiato un dito in vari punti del
bicchiere mentre il dito girava sul bordo ed ha sentito delle vibrazioni.
Mano a mano che scendeva verso il gambo, la
vibrazione diminuiva. Essa era infatti fortissima
vicino al bordo del bicchiere. Mettendo poi due dita sul calice, la vibrazione si interrompeva.
Ripetendo l’esperimento senza acqua nel calice
abbiamo ottenuto un suono molto acuto.
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il bicchiere produce un suono a causa della sua
vibrazione. Essa incomincia quando si inizia a far
scorrere il dito sul bordo del calice. La vibrazione crea un campo magnetico
nel quale la vibrazione viene percepita. Se si sta
vicini al centro del campo magnetico, la vibrazione percepita è forte e si
attenua man mano che ci si spinge verso i limiti del campo; oltre
essi la vibrazione non può più essere percepita perché si è troppo
lontani dal centro ( Francesco)
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il dito che scorre sul bordo del calice deve essere bagnato perché se non lo è fa
direttamente contatto con il bordo del bicchiere; se è bagnato, l’acqua crea
una sottile membrana che rende un contatto indiretto del dito con il bordo del
bicchiere, rendendo possibile la vibrazione (Francesco)
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è l’acqua, frapposta tra il dito e il bicchiere che
facilita la vibrazione ( Pasquale)
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il dito deve essere bagnato perché altrimenti non “si
legherebbe” con il cristallo ( Raffaella)
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se il dito non è bagnato, c’è attrito e non si avrebbe
suono ( Riccardo)
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togliendo acqua dal bicchiere, il suono si sente sempre più
acuto perché con meno acqua , la cassa di risonanza è più spaziosa e conduce
meglio il suono ( Riccardo)
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man mano che il livello dell’acqua cresceva,
appoggiando il dito sul gambo o sul calice del bicchiere, sentivi meno la
vibrazione. Secondo me l’acqua abbassa il volume del suono e più era vicino il
pelo dell’acqua al punto di partenza della vibrazione, cioè
il bordo del bicchiere, più il suono veniva frenato. Il calice del bicchiere
serve come cassa di risonanza per far espandere le onde e il gambo a tenere in alto il bicchiere in modo da non frenare il suono ( Sara)
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il calice fa da cassa di risonanza al suono; quando le
vibrazioni arrivano fino al gambo che fa da ponte e le fa arrivare fino alla
base del bicchiere, le vibrazioni e il suono si interrompono perché hanno la
possibilità di scaricare la loro energia a terra (Alessia)
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la diversa quantità di acqua posta nel calice rende il
suono meno acuto mano a mano che il livello dell’acqua cresce; questo accade
perché l’acqua riesce a resistere alle vibrazioni in modo da farle diventare
meno potenti e, allo stesso tempo, da non farle produrre onde sonore molto
acute (Marta)
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il suono cambia con la quantità di acqua nel bicchiere
perché se c’è l’acqua la vibrazione non si estende perché e bloccata
(Raffaella)
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mentre il bicchiere produceva vibrazioni l’acqua si
muoveva; questo perché riceveva vibrazioni potenti poiché era molto vicino alla
fonte sonora ed aveva la forza di spostare l’acqua ( Marta, Riccardo, Pasquale)
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il vetro deve essere molto sottile perché solo così la
forza impressa dal dito riesce a farlo vibrare (Tutti)