VERBALE N. 6 25/ 01/
2000
PREVISIONI DI UN RISCALDAMENTO
Oggi, 25 gennaio 2000, ci
siamo recati con la nostra insegnante di scienze in laboratorio.
Per prima cosa la nostra
insegnante ci ha ricordato sinteticamente l’esperimento svolto l’ultima
volta che ci siamo recati in laboratorio: abbiamo versato una certa quantità
di acqua in un becher, abbiamo misurato la sua temperatura iniziale, poi
abbiamo posto il becher contenente l’ acqua sopra la reticella situata
sopra il treppiede e sotto questo abbiamo posizionato un bunsen acceso
la cui fiamma è stata mantenuta costante in altezza per tutta la
durata dell’esperimento; abbiamo quindi misurato la temperatura ogni minuto
per una durata complessiva di dieci minuti, registrato i dati in una tabella
e rappresentato poi i dati sul piano cartesiano. Lo scopo era quello di
osservare la variazione di temperatura di una determinata quantità
di acqua al passare del tempo utilizzando una fonte di calore costante.
Dopo la nostra insegnante
ci ha posto la seguente domanda:
"Se si ripetesse lo stesso
esperimento ponendo sopra la stessa fonte di calore e per tempi uguali
quantità via via maggiori di acqua, o multiple (ad esempio: 300
ml, 600 ml, 900 ml, etc…) come sarà l’aumento di temperatura delle
diverse quantità di acqua ?".
La risposta di alcuni nostri
compagni è stata la seguente:
"Maggiore è la quantità
di acqua posta sulla fonte di calore, minore sarà l’aumento di temperatura".
Essa è stata condivisa
da tutti.
Come possiamo organizzare
un esperimento – ha continuato quindi l’insegnante - che ci permetta di
verificare tale ipotesi?
Una nostra compagna, Francesca
Lodato, è stata in grado di elencare sinteticamente le fasi del
lavoro:
"Ipotizzando di utilizzare
quantità multiple di acqua, ad esempio 300 ml, 600 ml e 900 ml.,
nella prima prova verseremo 300 ml di acqua in un becher e misureremo la
sua temperatura; poi porremo il becher sopra la fiamma di un bunsen e misureremo
la temperatura ogni minuto, ad esempio per dieci minuti, registrando i
dati in un’apposita tabella.
Svolta la prima prova dovremo
versare nel lavello l’acqua e raffreddare il becher con acqua corrente
per ritornare nelle stesse condizioni iniziali e così ripetere la
stessa prova con 600 ml di acqua e poi con 900 ml".
L’insegnante ci ha chiesto:
" I becher a disposizione
quanto possono contenere al massimo?".
Noi abbiamo notato che essi
possono contenere al massimo 400 ml.
Quindi la prof.ssa ci ha
chiesto:
"Allora possono essere utilizzate
le quantità di acqua che ha ipotizzato Francesca per svolgere l’esperimento?".
Noi abbiamo risposto negativamente
e l’insegnante ci ha invitato a risolvere il problema.
Noi abbiamo deciso di utilizzare
100 ml di acqua nella prima prova, 200 ml nella seconda e 300 ml nella
terza.
Le fasi dell’esperimento
sono state le seguenti:
-
versare 100 ml di acqua in un
becher
-
porre il becher sopra la reticella
posizionata sul treppiede
-
regolare la posizione del termometro
in modo che il bulbo si trovi approssimativamente
alla stessa distanza dal
fondo del becher e dalla superficie libera dell’acqua
-
misurare la temperatura iniziale
dell’acqua
-
porre la sorgente di calore
(fiamma bunsen) sotto il becher
-
agitare l’acqua in modo uniforme
-
misurare la temperatura dell’acqua
ogni minuto per 10 minuti
-
registrare i dati ottenuti in
una tabella
-
versare l’acqua e raffreddare
il becher
-
ripetere l’esperienza con 200
ml di acqua e poi con 300 ml di acqua
Il materiale utilizzato
è stato il seguente:
-
treppiede
-
reticella
-
sostegno per termometro
-
termometro
-
becher
-
agitatore (bacchettina di vetro)
-
sorgente di calore (fiamma bunsen)
-
cronometro
-
acqua
I dati ottenuti hanno
confermato l’ipotesi formulata.
Inoltre, rappresentandoli
graficamente su di un unico piano cartesiano, abbiamo notato che la spezzata
relativa ai 100 ml di acqua sale rapidamente, quella relativa ai 200 ml
meno rapidamente e quella relativa ai 300 ml ancora meno. Inoltre la spezzata
relativa ai 200 ml di acqua si viene a trovare tra quella che si riferisce
ai 100 ml e l’asse delle ascisse e così la spezzata relativa ai
300 ml. di acqua si viene a trovare tra quella che si riferisce ai 200
ml e l’asse delle ascisse.
L’insegnante ci ha chiesto
se sapevamo prevedere sullo stesso piano cartesiano la rappresentazione
grafica relativa al riscaldamento di 400 ml di acqua.
Noi abbiamo risposto che
la rappresentazione grafica relativa al riscaldamento di 400 ml di acqua
sarebbe stata una spezzata compresa fra quella relativa a 300 ml. di acqua
e l’asse delle ascisse.
Anche per questo esperimento
siamo stati invitati ad individuare le grandezze costanti e quelle variabili.
Le grandezze costanti
sono:
-
dimensioni del becher e natura
della sostanza (vetro) che lo costituisce ( ogni gruppo ha usato sempre
lo stesso becher)
-
distanza del bulbo del termometro
dal piano di lavoro
-
altezza della fiamma bunsen
-
intervallo di tempo considerato
per misurare la temperatura (un minuto)
-
tempo di riscaldamento (10 minuti)
-
natura della sostanza sottoposta
a riscaldamento (acqua)
Le grandezze variabili
sono:
-
la quantità di acqua
sottoposta a riscaldamento
-
temperatura
-
tempo
-
velocità di agitazione
dell’acqua (in quanto effettuata manualmente)
Nadia Sebastiani
