Scuola media " via Viganò" - Milano


Torna all'indice del percorso

Descrizione attività

Classe IB

Ho avviato il lavoro su percezione e sensazione partendo dalla classificazione di oggetti con l’uso dei sensi. Nella programmazione inviata questa attività era alla fine, mi è sembrato opportuno invece proporla per prima, come avvio ai giochi sull’utilizzo separato dei 5 sensi.

Classificazione con gli organi di senso

Durante le attività precedenti i ragazzi avevano spesso fatto riferimento ai sensi, hanno accettato quindi di buon grado di utilizzarli per classificare gli oggetti che si trovavano davanti, anzi è sembrato loro liberatorio poter raggruppare utilizzando la percezione piuttosto che cercare criteri più complessi (secondo loro). Nonostante questo loro entusiasmo iniziale tutti i gruppi hanno cambiato più volte l’organo a cui fare riferimento durante la classificazione e hanno incontrato difficoltà nel mettersi d’accordo sui criteri da utilizzare.

Materiale utilizzato:

  • Fogli protocollo a righe e a quadretti
  • Cartone ondulato
  • Carta stagnola
  • Pellicola trasparente
  • Scottex
  • Cucchiaio di legno
  • Cucchiaio di plasticaCucchiaio di metallo
  • Forchetta di metallo
  • Forchetta di plastica
  • Foulard di seta
  • Bicchiere di vetro
  • Bicchiere di plastica
  • Farina
  • Caffè in polvere
  • Zucchero
  • Sale
  • Limone
  • Aceto
  • Olio
  • Pepe
  • Dentifricio
  • Cipolla
  • Aglio
  • Mandarino
  • Profumo
  • Basilico
  • Alloro
  • Salvia
  • Rosmarino

La classe è stata divisa in 4 gruppo di 5 ragazzi ciascuno con la consegna di classificare il materiale utilizzando criteri riferibili agli organi di senso.

" Non c’è dubbio che , per fare scienza, osservare sia fondamentale, ma dare un ordine gerarchico e un significato euristico a questa imprenscindibile attività dei sensi e della mente inserendola in un percorso cognitivo non è banale" Anna Lepre Epsilon n°15 Ottobre 93.

Osservazioni

Gli studenti hanno individuato il valore soggettivo dei sensi e quindi l’arbitrarietà dei criteri da loro scelti.

I sensi maggiormente utilizzati sono stati il tatto, l’olfatto, la vista, meno il gusto perché i ragazzi si rifiutano di assaggiare, nessuno ha utilizzato l’udito.

Roberto: " Era impossibile usare l’udito perché ovviamente gli oggetti erano immobili"

Matteo: " E’ difficile …. E possiamo classificare gli oggetti solo se li muoviamo"

Roberto : " l’oggetto per sé non fa rumore ma se lo sbatti a terra sì"

Mattia: " Ma se facciamo cadere un granulo di zucchero non fa rumore, un bicchiere sì"

Valentina: " Secondo me non sempre hai bisogno di sbatterlo a terra per capire dal rumore, per esempio la carta stagnola se la schiacci la senti, lo zucchero se lo muovi lo senti"

Non ci accorgiamo, se non si presta attenzione, che anche l’udito ci permette di riconoscere senza "vedere" un oggetto. La discussione che è seguita ha messo in evidenza che nella realtà l’udito viene utilizzato molto di più di quanto ci si potrebbe aspettare.

Il tatto è l’organo di senso che ha creato loro meno problemi, almeno apparentemente, e la maggior parte ha classificato gli oggetti in base ad esso. Alla domanda cosa riconosci utilizzando il tatto i ragazzi hanno risposto: la superficie, il materiale di cui è fatto un oggetto (la forchetta di metallo è "fredda" quella di plastica no), la forma. I ragazzi spesso non si rendono conto di mescolare le informazioni che vengono dai diversi organi, pensano di descrivere utilizzando solo la vista tenendo in mano il materiale e quindi ricevendo informazioni anche dal tatto.

Risulta quindi molto difficile separare i sensi tra loro.

Laura: " Molle e duro oltre al tatto lo potevi riconoscere anche con la vista"

Quando ho chiesto di elencare aggettivi riferibili al gusto e all’olfatto i ragazzi hanno riscontrato molte difficoltà,. Il nostro linguaggio è ricco di aggettivi riferiti alla vista, povero di quelli riferito all’olfatto, infatti si dice "odore di …." per indicare un odore particolare o "sapore di …" per indicare il gusto di un alimento.

Riguardo all’odorato si è messo in evidenza che l’odore, come il colore, varia con continuità e che si va dalla "puzza" al profumo, la differenza tra l’una e l’altro è dovuta a gusti personali e quindi puramente soggettivi.

Difficoltà sono state incontrate nel classificare i liquidi con il tatto, l’olio è stato classificato come liscio.

La discussione collettiva, come sempre, è risultata indispensabile per mettere in evidenza le difficoltà incontrate e condividere le conoscenze acquisite.

Molto si è discusso sul lavoro di gruppo: essendo una prima media non è semplice farli lavorare insieme in modo sempre produttivo.

Gli organi di senso

Ho proposto dei giochi sull’uso degli organi di senso, centrando l’attenzione su un senso alla volta.

Ogni gioco ha precise regole:

  1. uso di un solo senso alla volta
  2. un ragazzo alla volta esce dalla classe e non riferisce agli altri quando rientra

Svolgimento

Riconoscimento e compilazione di una scheda con il nome dell’oggetto e le proprietà che hanno permesso di riconoscerlo

Materiale

Varia a seconda del gioco

La risoluzione viene data alla fine del gioco, segue una discussione.

Scopi

  1. Scoprire quale tipo di informazione ci possono dare gli organi di senso
  2. Individuare quali caratteristiche ci permettono di riconoscere i vari oggetti
  3. Capire quale contributo fornisce un solo organo di senso rispetto alla sensazione di insieme di tutti gli organi di senso non distinti
  4. Rimarcare l’importanza che la sensazione che si percepisce è soggettiva.

IL TATTO

Tempo 2 ore e 1 ora di discussione

Materiale: Cucchiaio di plastica - Cucchiaio di metallo - Acqua - The - Mandarino - Arancio - Zucchero - Sale

Svolgimento

Un ragazzo alla volta, bendato, entra in una stanzetta dove sono disposti gli oggetti sul tavolo.

Il lavoro viene svolto durante un’ora di copresenza con un’altra insegnante.

Consegna di lavoro

"Usare il tatto per individuare gli oggetti."

Risultati

Cucchiaio di metallo, cucchiaio di plastica

Tutti li indovinano per la forma

Il materiale viene distinto in base alla consistenza, duro o molle, alcuni però distinguono il cucchiaio di metallo da quello di plastica perché il primo è freddo. Diffusa concezione difforme quest’ultima della quale sarebbe interessante parlare con il gruppo che si occupa di temperatura e calore. Solo una ragazza li distingue dal peso. Due ragazzi utilizzano anche l’udito, infatti fanno urtare le posate sul tavolo, contravvenendo alle regole del gioco. Un ragazzo oltre ai recettori tattili dalle mani usa quelli presenti sul viso, appoggiando il cucchiaio sulla guancia.

Alcuni non riconoscono il materiale di cui sono fatti i due oggetti.

Bicchiere di acqua fredda e the caldo

Tutti dicono "bicchiere piccolo di plastica" per la forma e perché comprimendolo si piega.

Alcuni toccano il bicchiere solo, senza mettere il dito nel liquido, altri invece si accorgono che contiene qualcosa, ma non mettono il dito dentro. Alcuni non mettono le dita dentro perché "tanto si capisce solo con il gusto cosa c’è"

Non tutti percepiscono la differenza di temperatura tra l’acqua e il the caldo. Naturalmente questo risulta più evidente alla fine del gioco quando il the si è raffreddato.

Alcuni confondono il the con il caffè.

Alla domanda se potrebbe essere latte il liquido contenuto nel bicchiere:

Cristian " E no, perché il latte sarebbe liscio, il the o il caffè sono ruvidi"

Due ragazze sostengono che nel bicchiere con il the c’è olio perché sentono qualcosa di scivoloso.

Sale e zucchero

Capiscono la differenza in base alla dimensione dei granelli.

La maggior parte sostiene che il sale è più grosso, lo zucchero è più fine, altri il contrario.

In realtà al tatto sembra essere più grosso il sale dello zucchero.

Alcuni non li riconoscono e sostengono che si tratta di semi o foglie tritate.

Mandarino e arancio

Capiscono il tipo di frutto dalla superficie. Le differenze tra i due frutti identificate dai ragazzi sono state:

piccolo / grande

leggero / pesante

molle / duro

Solo un ragazzo non ha riconosciuto l’arancio dicendo che è un melograno perché aveva sentito un buco.

CONSIDERAZIONI

In generale quasi tutti confrontano gli oggetti tra loro, infatti distinguono la plastica solo dopo che hanno toccato il cucchiaio di metallo.

La maggior parte usa entrambe le mani per toccare gli oggetti. Sono comunque molto impacciati e hanno avuto bisogno di incoraggiamento per iniziare.

Una cosa è essenziale da sottolineare che 8 su 21 allievi sono extracomunitari e di questi ben 5 sono cinesi. Certamente le difficoltà linguistiche sono una forte barriera per la comunicazione. Nessuno, per quanto riguarda arancia e mandarino è arrivato a rompere la buccia, si sono fermati alla superficie esterna.

Forse hanno pensato che non si potesse farlo e forse erano sicuri delle loro risposte.

Hanno quasi tutti rispettato la regola di usare il solo tatto, anche se durante la discussione è emerso che molte caratteristiche non erano riconoscibili con il solo tatto.

Alla fine abbiamo stilato una lista delle caratteristiche di un oggetto che si possono riconoscere con il tatto:

forma - grandezza - morbidezza - superficie - stato fisico - materiale - temperatura - peso - flessibilità

I SENSI INGANNANO

Gioco Olfatto – gusto

Ho chiesto alla classe3 volontari disposti ad assaggiare, si sono offerti Stefano, Valentina e Veronica. Tutti e tre sono usciti dalla classe, intanto avevo tagliato a pezzi piccoli una pera ed una mela. I ragazzi entravano bendati uno alla volta. Ai primi due ho fatto assaggiare la pera mentre sotto il naso ponevo la mela. Tutti e due hanno detto che mangiavano pera, indovinando. All’ultima ragazza ho fatto odorate la pera e mangiare la mela, quest’ultima non ha indovinato.

Sarebbe stato meglio e certamente più significativo se tutta la classe avesse potuto fare il gioco, ma motivi organizzativi lo hanno impedito. E’ seguita una accesa discussione sul perché Veronica non avesse indovinato. Riporto brani di discussione.

Ins: "come mai il gioco non ha funzionato nei primi due casi e nell’ultimo sì?

Veronica: "forse perché la pera è più morbida"

Ins: Quindi quale senso ha prevalso sull’odorato?

Veronica "Il tatto, lo senti con la lingua che il frutto è molle"

Loredana " Sì però riconosci la pera perché è più dolce"

Roberta "Io ho capito che l’olfatto a volte inganna"

Veronica "io ho capito che il gusto è più forte dell’olfatto"

Ins: " Comunque i sensi interagiscono tra loro, voi mangereste una bella torta che emana un brutto odore? Anche le medicine, gli sciroppi, mandano un buon profumo così i bambini li prendono volentieri."

LE ILLUSIONI OTTICHE

Ho a questo punto proposto di guardare alcune fotocopie tratte da quadri di Escher e da un quaderno delle scienze "Illusione e realtà".

La discussione è tornata ad essere accesissima, ciascuno voleva dire la sua su ciò che vedeva.

Una figura ha per chi la osserva un significato che dipende dalle proprie esperienze e conoscenze. Riprendo una frase di Tiziana Vandelli che scrive a proposito dell’osservazione al microscopio, perché rende bene l’idea del come ciò che conosco influenza ciò che vedo : "quanto siamo condizionati nell’osservazione dalle conoscenze: gli alunni poco studiosi non vedevano quasi nulla, gli altri vedevano troppo, ma non era come doveva essere".

Come ho scritto nel messaggio precedentemente inviato, al livello scolare dei miei allievi, quello che può, a parer mio, essere proposto sulla percezione rimane a livello puramente di impressione. I ragazzi hanno capito che le sensazioni inviate dai sensi sono soggettive e che tutto quello che percepiamo non è esattamente la realtà, la verità assoluta. Penso che questo sia già molto e che sia in ogni caso molto coinvolgente. Il resto a dopo…

Molte immagini sulle illusioni ottiche e sui problemi della percezione visiva le ho tratte da:

"Illusione e realtà. Problemi della percezione visiva" Letture da Le Scienze, Milano 1978, Le Scienze S.p.A.

L’OLFATTO

Tempo 1 ora e 1 ora di discussione.

Questa volta il gioco è stato leggermente modificato: uscivano due ragazzi di cui uno bendato e l’altro che fungeva da osservatore.

Materiale: Bustina di camomilla - Caffè liquido - Caffè in polvere - Profumo - Aceto

Risultati

Tutti indovinano il profumo.

Quasi tutti riconoscono la camomilla, altri dicono the e solo una ragazza cinese dice cipolla. Anche in questo caso le difficoltà linguistiche possono aver influenzato la risposta

Tutti riconoscono il caffè, ma non sanno dire se liquido o in polvere.

Un ragazzo confonde l’aceto con lo yogurt.

Considerazioni

Il fatto che il compagno osservatore porti l’oggetto al naso del compagno bendato doveva escludere l’uso del tatto. In realtà molti ragazzi hanno cercato di toccare l’oggetto ugualmente.

Il tatto comunque non si poteva escludere visto la presenza di sensori tattili nella cavità nasale che potevano fornire indicazioni riguardo alla temperatura. Questa è stata rilevata solo da una ragazza per il caffè liquido al quale ha attribuito un odore più forte.

Stefano " Beh, il caffè in polvere lo riconosci perché è come a casa quando apro il barattolo e verso il caffè nella caffettiera: qualche granello va nel naso e sento il sapore in bocca".

L’interferenza anche del gusto è evidente, visto il legame anatomico tra cavità nasale e orale. L’affermazione di Stefano mette in luce come si può arrivare a capire attraverso il ricordo di esperienze vissute e come alcune ne rievochino altre.

VISTA E GUSTO

Tempo 2 ore e 1 ora di discussione

Il gioco della vista viene svolto contemporaneamente a quello del gusto.

Il materiale viene posto sul tavolo nella solita stanzetta dove entra un allievo alla volta. In questo caso gli allievi non sono bendati e devono riconoscere con la sola vista quello che hanno davanti, in seguito devono assaggiare e riconoscere con il gusto.

Materiale: Acqua zuccherata - Acqua salata - Acqua - Limone a pezzetti piccoli (in modo da essere difficilmente riconoscibile) - Arancia a pezzetti - Mandarini

Risultati

Con la vista tutti riconoscono aranci, mandarini e limone.

I problemi al riconoscimento si sono avuti con i tre tipi di acqua. Qualcuno ha notato comunque che erano diversi: per la presenza di un soluto in fondo al bicchiere, per il colore torbido ("più scuro"). per la presenza di bollicine

Le risposte sono state: acqua normale, acqua naturale, acqua gasata, acqua con zucchero e sale, acqua con limone

Risultati del gusto

I ragazzi osservano poco e sembrano motivati solo a sapere la risposta giusta per capire "se hanno vinto o no". Toccano gli oggetti istintivamente, inoltre per assaggiarli devono usare le mani. Sembrano i più non usare l’olfatto quando devono riconoscere gli agrumi.

Stefano " Nella stanza c’è però odore di agrumi"

Alcuni non vogliono assaggiare ed io non li ho costretti. E’ il solito senso di "schifo" che spesso i ragazzi tirano fuori, ad esempio anche quando devono maneggiare il suolo.

Un aspetto interessante è come hanno assaggiato l’acqua:

chi ha assaggiato con scioltezza portando il bicchiere alla bocca

chi ha immerso il dito e poi se l’è portato alla bocca

un ragazzo ha assaggiato rispettando "le norme igieniche" ha immerso nel bicchiere un fazzoletto di carta e una volta imbevuto lo ha avvicinato alla bocca.

Osservazioni

Non hanno commesso errori con il gusto, mentre la vista ha creato più problemi. I ragazzi sono arrivati alla conclusione che la vista, al contrario di quello che pensavano, non è il senso "più sicuro".

Flavio " Io credo che la vista sia solo più usata da noi uomini e non la più utile. Certe volte ti può ingannare come noi con l’acqua."

 

I giochi sui sensi possono sembrare banali ma in realtà hanno fatto capire ai ragazzi come i 5 sensi non possono così facilmente essere separati tra loro, come le sensazioni siano soggettive e come il senso più usato, la vista, possa trarre in inganno.

Inoltre li ha costretti a porre attenzione a fenomeni che altrimenti vengono dati per scontati e a mettere in relazione ciò che vivono nella realtà di tutti i giorni con ciò che si studia nelle ore di scienze.

Dal punto di vista didattico e pedagogico è ormai ampiamente riconosciuta l’importanza di partire dalla realtà dei ragazzi e non è necessario ribadirla qui, come pure l’importanza del gioco per la motivazione. Quello che mi preme sottolineare è invece l’importanza e la valenza didattica dell’approccio percettivo. La percezione a livello di scuola media, a mio parere, non può che essere trattata a livello di approccio, una sua trattazione più avanzata (come viene proposta, per intenderci da Pierantoni nella "trottola di Prometeo o dal Gibson in "Ecological approach to visual perception) richiede abilità logiche e concettuali troppo alte per il livello scolare dei nostri allievi e una sua trattazione semplificata rischierebbe di essere banale e poco significativa. L’approccio percettivo, invece, usando una frase forse un po’ forte, dovrebbe essere obbligatorio, in quanto non solo motiva, perché è divertente e accattivante, ma mette in crisi, in modo costruttivo, rispetto ad alcuni luoghi comuni e costringe a porre attenzione a come si osserva.

Pierantoni "La trottola di Prometeo. Introduzione alla percezione acustica e visiva" Editore Laterza

Gibson "The ecological approach to visual perception" LEA, 1986, London

USCITA AL PARCO LAMBRO: sintesi del lavoro svolto sulla percezione e apertura di nuovi problemi

18 marzo 1999

Il lavoro svolto al parco Lambro è analogo a quello descritto da Paola Catalani il 27/10/98, con la quale abbiamo concordato l’uscita.

A differenza di Paola, che ha utilizzato l’esperienza al Parco Lambro come approccio emozionale e quindi come prima attività, per la mia classe questa è risultata una sintesi. Il fatto di dover svolgere l’attività di percezione con il gruppo di Lugo, mi ha fatto posticipare una esperienza che, sicuramente, è più significativa se svolta come prima.

Previsioni

Ho fornito ai ragazzi una piantina del parco sulla quale era segnato il tragitto che avremmo svolto. Come per gli allievi di Paola i ragazzi hanno guardato poco la cartina e hanno fatto poche osservazioni. Dovevano inoltre riconoscere eventuali tracce lasciate sul territorio: ad esempio abbiamo attraversato depressioni che erano vecchi laghetti, sul Lambro i sacchetti attaccati ai rami segnano la piena.

Passeggiata ad occhi bendati

A turno i ragazzi dovevano bendarsi e a coppie seguire l’insegnante che faceva da conduttore del gruppo.

Il primo giro è stato un disastro, tra il ridere e il parlare dei ragazzi pochi hanno posto veramente attenzione ai rumori che sentivano e alle sensazioni provate. Il secondo giro è andato meglio. Nei verbali dei ragazzi si possono leggere le sensazioni provate, tra le quali la paura, il disagio di farsi portare in giro senza poter vedere. Interessante sottolineare il senso di vergogna e di disagio per i maschi di prendersi per mano mentre le ragazze lo trovano un gesto naturale e spontaneo.

Tra le sensazioni provate c’è la fatica, lo sforzo provato per fare una salita. E’ importante far notare ai ragazzi che percepiamo stimoli provenienti dall’esterno, ma anche stimoli provenienti dall’interno del corpo (paura, fatica, tensione muscolare etc). Il nostro corpo è quindi simultaneamente oggetto e soggetto della percezione e a volte crea confusione producendo sensazioni confuse.

Ascolto in cima alla collina

In cima ad una collinetta si sentono rumori diversi sedendosi da una parte e dall’altra del muretto che circonda la collina stessa. I ragazzi, ad occhi chiusi, cercano di individuare i singoli rumori.

Per sentire meglio gli studenti sono stati invitati ad osservare il massimo silenzio tenendo gli occhi chiusi per ascoltare con più attenzione. I ragazzi cinesi sembrano molto più riflessivi e meditativi, si spostano più frequentemente per ascoltare e osservano con molta attenzione. E’ risultata evidente la difficoltà di isolare l’udito dalla sensazione di calore sul corpo (è una bella giornata di sole).

L’albero ritrovato

Ancora divisi in coppie, uno bendato e l’altro no, i ragazzi, in un boschetto, dovevano riconoscere l’albero di fronte al quale li aveva condotti il compagno libero dalla benda. Il ragazzo bendato deve poi, una volta che si è tolto la benda, riconoscere l’albero e dire quali sono le caratteristiche che gli hanno consentito di riconoscerlo.

Solo tre ragazzi su 22 non hanno riconosciuto l’albero. Naturalmente il senso più usato in questo gioco è stato il tatto.

Gioco sui sensi

I ragazzi, divisi in gruppi di 5, dovevano raccogliere tre oggetti che avessero caratteristiche simili alla vista (ad esempio lo stesso colore), al tatto, all’udito, all’odorato. Le difficoltà maggiori si sono avute nell’odorato, è risultato impossibile trovare tre oggetti con lo stesso odore. Per la vista il parametro usato da tutti è stato il colore

Durante l’uscita i ragazzi dovevano porre attenzione alla loro ombra, alla variazione della sua lunghezza in funzione dell’altezza del sole sull’orizzonte. Questo perché abbiamo iniziato il lavoro su luce.

VERBALI DEI RAGAZZI

Invio alcuni stralci, quelli che ritengo più significativi.

Passeggiata ad occhi bendati

Laura: quando ero bendata ho sentito gli uccelli e la cascata, il vento che mi veniva dalla schiena, rumori di autoveicoli, il fruscio degli alberi e delle foglie che calpestavo. Quando c’era una salita o una discesa certe volte perdevo l’equilibrio. Allora ho avuto paura.

Valentina: ho provato queste sensazioni : poca paura verso Laura e quindi molta sicurezza; l’odore della vegetazione che scricchiolava sotto i miei piedi. Mano mano che salivo su per la montagnetta sentivo il rumore della cascata, il rumore dell’autostrada e dei tritatronchi.

Valentina F. : Prima mi sono bendata io e le sensazioni che ho provato sono state: il vento, le foglie che calpestavo e la fatica che ho fatto a fare la salita. Sentivo anche piccoli sassolini sotto i miei piedi, le discese, le fosse e le salite.

Ascolto in cima alla collina

Roberta: successivamente siamo andati in cima ad una collinetta dove ci siamo seduti ed abbiamo ascoltato i rumori che ci circondavano. Dovevamo ascoltare i rumori da una parte della collina e poi dall’altra. All’inizio io sentivo solo il rumore degli aerei, delle macchine che passavano, poi ho sentito il cinguettio degli uccelli. Dalla parte opposta si sentivano gli stessi rumori, ma più forti e si sentivano i passi di un uomo che correva sulla strada, i lunghi fischi del padrone che chiamava il cane e il rumore delle foglie che venivano trascinate per terra dal vento.

L’albero ritrovato

Roberto: ho riconosciuto l’albero dalla circonferenza abbastanza piccola e dalla durezza della corteccia.

Valentina: ho riconosciuto l’albero perché era abbastanza magro ed aveva un piccolo ramo verso l’alto.

Loredana: aveva tantissimi rami, le foglie sui rami ma l’ho riconosciuto anche dal percorso fatto perché potevo calcolare se il tragitto era lungo o corto rispetto al punto di partenza, potevo riconoscerlo con la memoria"

Lorena: io non l’ho riconosciuto perché aveva caratteristiche uguali a tanti altri

Laura: io l’ho riconosciuto dal profumo e dalle venature del tronco profonde.

Gioco sui sensi

Veronica: Per trovare i vari oggetti, non ci sono stati problemi, tranne che per l’udito, perché era molto difficile trovare degli oggetti che in sé facessero dei rumori. MA alla fine ne abbiamo trovati e tra questi abbiamo avuto l’idea di prendere dell’acqua.