L’indagine
sulle preconoscenze
Se dovessi condensare in un unico principio l’intera
psicologia dell’educazione direi che il singolo fattore più importante
che influenza l’apprendimento sono le conoscenze che lo studente già
possiede. Accertatele e comportatevi in conformità nel vostro insegnamento.
Così David Ausubel (D. P. Ausubel , Educazione
e processi cognitivi, 1983 ,ed.it) presenta il suo libro più
fondante e getta le basi per una linea di ricerca didattica che fiorirà
negli anni ’80 e continuerà ancora nel decennio successivo fino
ad approdare con i suoi echi nelle scuole fra gli insegnanti più
attenti, alla fine del millennio.
Un non meno illustre predecessore di Ausubel, Jean
Piaget mezzo secolo prima intervistava bambini di otto- dieci anni su
molti temi a carattere scientifico e ne scopriva le coordinate alternative
che fornivano una rappresentazione del mondo assai diversa da quella accreditata
dalla scienza. Il concetto di vivente per esempio non era certo quello
di un biologo:
Da "La rappresentazione del mondo nel fanciullo"
( 1926)
Il sole è vivo?
Perché?
- Perché illumina
Una candela è viva?
Perché?
- (Si) Perché rischiara. E’ viva quando
rischiara ma non è viva quando non rischiara
Al modello di apprendimento comportamentista
- buona lezione uguale buon apprendimento, allievo tabula rasa
sulla quale il maestro imprime la conoscenza - Piaget sostituisce il modello
cognitivista: chi apprende ha un ruolo attivo, possiede strutture
cognitive che elaborano le informazioni , queste attraversano stadi di
sviluppo. Le parole chiave diventano assimilazione, equilibrazione,
accomodamento, la struttura cognitiva è plastica , si trasforma,
assimila.
Al modello cognitivista segue quello costruttivista
di Ausubel, Kelly e molti altri psicologi americani : la conoscenza precedente
fornisce la base per attivare processi di costruzione delle conoscenze,
si formano reti di concetti che si estendono, si ramificano, formano spirali,
ganci, nodi. Le parole chiave sono: apprendimento significativo (
incorporazione non arbitraria, essenziale e non letterale di una nuova
conoscenza in una struttura già esistente), differenziamento
progressivo ( i concetti dalla prima infanzia in poi sono soggetti
a costante trasformazione, diventano più precisi e contemporaneamente
più esclusivi e inclusivi), organizzatori cognitivi ( concetti
strutturanti intorno ai quali si aggregano altri concetti in una rete)
…
La ricerca didattica disciplinare trae finalmente
indicazioni operative dal modello costruttivista e molti ricercatori che
si occupano di didattica della propria disciplina, fisici, matematici,
chimici e biologi mettono a punto strumenti e metodi per individuare quelle
"conoscenze che lo studente già possiede" su cui costruire
le nuove conoscenze. Si scopre così che la quasi totalità
dei bambini ( ma anche molti preadolescenti e qualche adulto) è
ancora animista, che le piante respirano solo di giorno per tutti gli
scolari del mondo occidentale, che gli organi interni del nostro corpo
sono piccole macchine assai poco interagenti fra loro, che cellule e molecole
sono la stessa cosa e via di questo passo. La cosa sorprendente è
che le idee degli studenti sono molto simili anche in luoghi assai diversi,
Stati Uniti, Francia , Australia ecc. e sono così ben strutturate
da resistere ad anni di insegnamento scientifico, dice André Giordan
in un suo libro del 1987 ,"Les origines du savoir" :
le savoir scientifique passe mal .
Queste solide "conoscenze" di base prendono
nomi diversi a seconda del tipo di atteggiamento del ricercatore, della
corrente di pensiero, della lingua di origine:
preconoscenze, concezioni, preconcezioni, misconcezioni,
rappresentazioni mentali alternative
D’ora in avanti noi , per semplicità le chiameremo
preconoscenze. Le preconoscenze sono codificate, organizzate, categorizzate
in un sistema cognitivo globale a volte coerente; filtrano ed elaborano
le nuove informazioni, costituiscono una griglia di lettura, talvolta
quasi ripercorrono la storia della scienza. Sono in genere modelli esplicativi
funzionali ad un certo numero di conoscenze e alla realtà quotidiana
spesso sono originate dal linguaggio parlato o grafico ( il fiume è
vivente perché nasce, i nervi ottici sono molti perché dalle
figure dei testi i capillari vengono spesso interpretati come nervi) o
da una base sensoriale ( il legno è più caldo di un metallo
posto nello stesso ambiente).
Gli strumenti di indagine non sono difficili da usare,
i risultati assicurati:
test carta e matita a risposta aperta o a scelta
multipla, intervista clinica, associazioni libere e brain storming, disegno
libero, mappe concettuali.
Contemporaneamente ci si interroga su quali debbano
essere i concetti strutturanti che divengano organizzatori cognitivi,
in tutte le discipline scientifiche ci si chiede quali saperi siano essenziali
e in che modo questi possano andare a sostituire, integrare, ampliare,
le preconoscenze degli allievi. Arriviamo così ai nostri giorni,
i percorsi didattici che presentiamo sono spesso preceduti da un’analisi
delle preconoscenze ed è proprio su queste che si è cercato
di lavorare.
A. Lepre gennaio 2001
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