L’occhio: funzionamento e visione

Il modello di funzionamento del cristallino
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Supporto didattico ALL'ESPERIENZA 2.4


scienze biologiche


fisica


Ed. Tecnica

   CHE COSA FAR NOTARE

Attraverso lo scatolone fai osservare l'aula. Inizialmente si vedrà un'immagine capovolta, ma confusa; muovendo il foglio di carta da lucido si potrà mettere a fuoco l'immagine lontana.

Quando si pone un oggetto più vicino l'immagine non sarà più nitida ma basta cambiare la curvatura delle lenti per averla di nuovo a fuoco.

Si può utilizzare una sola lente ma è molto meglio utilizzare  tre lenti tenute tra indice e pollice per i lati più corti, quando si incurvano le lenti occorre fare in modo che la lente di mezzo rimanga distesa e la prima e la terza insieme assumano la forma di una lente biconvessa.

   CHE COSA SUCCEDE

Le lenti rappresentano il cristallino che, grazie al muscolo ciliare, cambia forma e dimensione a seconda della distanza dei vari oggetti. Esso ci permette così di mettere sempre a fuoco sulla retina oggetti posti a distanze diverse.

   PER APPROFONDIRE

Il cristallino è la lente biconvessa ad assetto variabile, che serve per l'accomodamento dell'occhio: infatti il suo spessore può variare grazie a muscoli specifici, i muscoli ciliari, in modo che l'immagine si formi sempre sulla retina.
Quando i muscoli sono a riposo il cristallino mette a fuoco sulla retina oggetti molto lontani; per focalizzare oggetti più vicini i muscoli si contraggono aumentando così la curvatura della superficie del cristallino. Grazie a questo potere di accomodamento il cristallino di un occhio normale e senza difetti ( emmetrope) riesce a mettere a fuoco distintamente ed immediatamente qualunque oggetto posto tra l'infinito e una distanza di circa 25 cm, detta distanza della visione distinta, che è la minima e più favorevole distanza alla quale un oggetto può essere focalizzato sulla retina senza sensibile sforzo di adattamento. L’occhio però può vedere distintamente anche a distanze minori.
Le distanze estreme per le quali è ancora possibile una visione distinta sono dette punto remoto e punto prossimo dell’occhio. 
La posizione del punto prossimo dipende dalla massima curvatura che può assumere il cristallino durante il processo di accomodamento; puoi far cercare il punto prossimo degli alunni facendo avvicinare uno scritto ai loro occhi e chiedendo di fermarsi quando la visione diventa indistinta. 
Il punto prossimo varia da persona a persona e con l'età (intorno ai 45 anni) si allontana in quanto il cristallino perde in parte la sua capacità di adattamento (presbiopia).
Il punto remoto di un occhio normale è l’infinito.
Altri due difetti dell'occhio, che non dipendono dall'alterazione del potere di accomodamento del cristallino ma dalla struttura dell'occhio, sono la miopia e l'ipermetropia.

La formazione dell'immagine sulla retina non è comunque sufficiente a spiegare la visione, che in realtà è un fenomeno molto complesso e necessita dell'intervento del cervello. Le immagini raccolte dalla retina passano, sotto forma di impulsi nervosi, nei due nervi ottici e raggiungono le cellule dell'area visiva della corteccia cerebrale. Qui le immagini vengono raddrizzate.
 

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