A4 - Noi abbiamo fatto così
Progetto Su Avanti

ALLEGATO 4

Siamo partiti esattamente come suggerisce la N. Lanciano.

Questa era la programmazione di massima

idee sull'orizzonte
usciamo all’aperto e percorriamo, puntando il dito, tale linea
In seguito chiediamo di tracciare la linea dell'orizzonte su un foglio: se si vuole disegnare l'intero orizzonte è opportuno suddividere il lavoro tra più ragazzi affidando a ciascuno una zona ben precisa (per esempio: con otto ragazzi, avremo un angolo di 45° di orizzonte per ciascuno).

Scopo : imparare a tracciare l'orizzonte al fine di "collocare" la posizione del Sole nell'arco della giornata nei futuri lavori.

Poi è andata così.

Nella prima fase di lavoro in classe, a casa e in giardino si vede cosa i ragazzi sanno già dell'orizzonte.

Emerge tra le diverse classi un dato comune. Molti ragazzi a parole danno la definizione (standard) di orizzonte come una linea immaginaria (termine usato praticamente da tutti) che separa (unisce) ecc.

Quando lavorano da casa o scendono in giardino, osservano e poi disegnano, le risposte dei ragazzi cambiano e in particolare col disegno rappresentano cose diverse da quelle che dicono a parole. Qualcuno sostiene che l'orizzonte da casa non c'è, che c'è solo al mare qualcuno dice che l'orizzonte è tutto quello che c'è davanti a sé ; qualcuno disegna una linea dell'orizzonte che sparisce dietro le case. In generale comunque tutti disegnano tutto quello che hanno davanti, sia reale che immaginato (da stereotipo, in particolare montagne oppure viceversa la linea dritta del mare).

Nel complesso tutti tendono a disegnare non la linea di separazione terra - cielo, ma gli elementi sotto la linea dimostrando col disegno che l’astrazione della definizione non è interiorizzata.

Per proseguire gli insegnanti hanno lavorato su due fronti

da un lato, ripetendo le osservazioni, facendo rappresentare gli orizzonti con disegni collettivi, concordati, scattando fotografie a 360° (dove possibile coinvolgendo anche gli insegnanti di tecnica e di artistica);
dall'altro, discutendo in classe sui problemi emersi : problema della prospettiva e dell'appiattimento (se un palazzo è lontano, bisogna disegnarlo con le vere dimensioni o come lo vedo sulla linea dell'orizzonte ?) , problema del confronto tra definizioni a parole e disegni, problema dello stereotipo da libro e del disegnare a memoria (non sono abituati ad osservare, non sanno legare significante e significato) ecc.

Abbiamo in rete anche degli adulti delle 150 ore è interessante notare le somiglianze e differenze tra questi e i ragazzi più piccoli (quasi tutti di prima media) di cui abbiamo parlato finora. Nel caso degli adulti la linea dell'orizzonte non viene nominata né a parole né risulta dal disegno. La definizione verbale scolastica, che i piccoli ricordano, negli adulti si è persa. Pur avendo, prima di disegnare, percorso con le dita la linea dell'orizzonte, i disegni sono ricchi di particolari sulle facciate delle case e con poco cielo. È forse più rapido successivamente il lavoro per portarli alla definizione e al suo ritrovarla nel disegno (senza rinunciare a disegnare i particolari, ma poi segnando, evidenziando, la linea sul disegno realistico). È difficile però un confronto tra i tempi di lavoro essendo la scansione oraria diversa nelle 150 ore ed essendo alcuni studenti stranieri.