Sorgente vicina e sorgente lontana
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Esperimento con lampadina alogena trasparente e con microlampadine, diversi acchiapparaggi. Dal modello a raggi divergenti (i conetti di luce) al modello a raggi paralleli (i cilindretti di luce).

L’esperimento è più semplice se si usa solo la lampadina puntiforme e si nota che aumentando la distanza tra sorgente ed acchiapparaggi i "raggi acchiappati" diventano sempre più paralleli tra loro. Il problema è che la realtà complessa che stiamo cercando di semplificare si "rifiuta" di farsi modellizzare solo con le grandezze e i concetti introdotti finora. Così all’aumentare della distanza tra sorgente e acchiapparaggi non cambia solo l’angolo tra i raggi, ma anche l’intensità della luce . Si potrebbe verificare con un misuratore di intensità luminosa che l’intensità diminuisce col quadrato della distanza (ricordate l’esperimento finale di Franco? poi magari ci torniamo). Può allora accadere che la sorgente puntiforme sia troppo "debole" per essere usata anche su grandi distanze. La sorgente estesa, essendo fatta da più punti è sicuramente più intensa (la luce di due lampadine puntiformi è il doppio di quella di una sola lampadina puntiforme, anche qui si potrebbe verificare con qualche misura quantitativa o col metodo "a occhio" proposto dal nostro amico napoletano) ci permette di andare a distanze maggiori con una intensità di luce (e di ombre) maggiore anche se meno nette, come abbiamo detto.