Appunti di E. Giordano
Indietro Progetto Su Avanti


Appunti per la riunione dell'11.12.97

La riflessione sulla disciplina che si vuole insegnare, sia come contenuti che come modo di procedere, è uno degli ingredienti fondamentali per poter progettare e sperimentare in classe un percorso didattico. Vorrei condividere con voi alcuni punti di questa riflessione che hanno guidato l’organizzazione dei nostri incontri finora, appoggiandomi anche a lavori di ricercatori di varia estrazione e lingua (perdonate la traduzione rapida e talvolta "approssimata").

Per distinguere i diversi contributi, nel testo che segue, le parti scritte in corsivo sono in genere traduzioni o citazioni, le altre sono miei commenti e riflessioni, spero utili.

Dal libro di L. Viennot Raisonner en physique De Boeck1996 cap. 1 - 2

Un esempio di semplificazione attraverso l’osservazione, il pensiero, le parole di uno scienziato - scrittore. Da Ruggero Pierantoni: Monologo sulle stelle Bollati Boringhieri 1994

Le parole di Pierantoni ci riportano dal metodo al problema dei contenuti. Abbiamo scelto l’ottica geometrica, ma "fatta" come? Molti di noi l’hanno studiata a scuola senza amarla e senza ricavare da quello studio delle chiavi di interpretazione del mondo reale .

Ancora dalla Viennot, per saperne qualcosa di più.

Chi ha tempo torni (poi lo faremo insieme) a guardare lo schema complesso di Guidoni et al. con cui siamo partiti l’altra volta e magari qualche libro di testo di ottica geometrica.

 

Rilettura delle esperienze e degli esperimenti già visti

Non voglio farla tanto lunga con la teoria, vi propongo solo la "rilettura" di due o tre delle esperienze che abbiamo fatto l’altra volta alla luce delle riflessioni di metodo e di contenuto presentate sopra.

Una prima classificazione e modellizzazione: sorgenti primarie e sorgenti secondarie
Una seconda classificazione e modellizzazione: sorgenti puntiformi e sorgenti estese
Una terza classificazione e modellizzazione: sorgente vicina e sorgente lontana

Potrei andare avanti con le altre esperienze, lo farò un’altra volta, ma vorrei tornare sul punto fondamentale.

Attraverso le esperienze in esterno col Sole e dei semplici strumenti e poi in interno con sorgenti opportune abbiamo preparato la realtà a parlare in un linguaggio imposto: quello dell’ottica geometrica. È la parte di fisica della luce che parla di raggi di luce che escono in tutte le direzioni "radiali" da un punto "luminoso", che vanno dritti finché non incontrano un ostacolo, che possono essere più o meno intensi o in partenza (usando il variatore) o in arrivo a seconda della distanza ecc.

Come dice Pierantoni in un altro suo bellissimo libro (L’occhio e l’idea):

"... la luce è così onnipresente da sembrare assente... è coesistente con lo spazio

Poi viene imprigionata in una rete matematica di angoli e rette e costretta a seguire precisi percorsi entro lenti e specchi. Ma sono questi i momenti fecondi in cui si passa dalla mistica della luce alla sua comprensione fisica e al suo utilizzo. Si perde apparentemente tutta la ricchezza...

Si cercano relazioni tra cose visibilmente separate, alla ricerca di principi comuni e di similitudini essenziali."

Alla semplificazione della realtà per farsi modelli interpretativi semplici deve seguire una fase in cui però ci sia un ritorno alla realtà complessa per vedere l’utilità di questi modelli, e nello stesso tempo la loro parzialità e i loro limiti . E in parte recuperare la bellezza, la ricchezza ....

Concludo sottolineando che mancano tante cose e non solo contenuti di fisica.

La riflessione sulla fisica andrebbe accostata ad una riflessione

sulle caratteristiche delle conoscenze comuni sia generali che specifiche sulla luce (si veda ad esempio il volume a cura di M. Vicentini Didattica della fisica pagg. 47-50).
sulle migliori strategie didattiche che portino gli studenti ad avvicinarsi dalle loro conoscenze iniziali ai procedimenti e ai concetti tipicamente scientifici.

Come dice la Viennot: "L’analisi dei contenuti di fisica e anche delle caratteristiche del pensiero comune o dei processi di apprendimento non ha però come conseguenza logica né un preciso percorso didattico né delle precise strategie di intervento, delle esperienze suggerite o dei problemi ed esercizi".

Queste vanno costruite da noi in parte prima e in parte sul campo, nelle classi.

Ne discuteremo un po’ la prossima volta e decideremo insieme i primi passi del percorso in classe. Comunque cercheremo di tenere presenti tutti questi piani nella progettazione e soprattutto nella realizzazione dell’esperienza in classe, convinti che questo sia possibile con successo nella nostra comunità con le sue diverse competenze ed esperienze.

Datemi dei ritorni sia sulla forma che sul contenuto di questi appunti.

Grazie della pazienza. A presto

Enrica