Raisonner en physique
Progetto Su Avanti


Dal libro di L. Viennot Raisonner en physique De Boeck1996 cap. 1 - 2

"L’ESSENZIALE IN FISICA: ASTRAZIONE E COERENZA

La fisica costruisce i suoi oggetti. Indubbiamente la caduta dei corpi, l’alternanza giorno-notte, lo scorrere di un fiume sono dei fenomeni naturali e anche oggetti di studio per la fisica. Ma questo non significa che la natura suggerisca direttamente cosa bisogna guardare nei fenomeni per capirci qualcosa.

La definizione delle grandezze fisiche oggi in uso rivela un processo di astrazione considerevole.

Si impiega di solito il termine modellizzazione per indicare questa messa in corrispondenza tra il reale e quello che si decide di estrarvi e di rappresentare.

Questo si fa per mezzo di misure eseguite con apparecchi costruiti (gli acchiapparaggi ad esempio), i cui risultati sono sfruttati nel quadro di una teoria (l’ottica geometrica, la meccanica celeste) e discussi dal punto di vista della loro coerenza con essa.

Un gioco complesso di aggiustamento reciproco tra teoria e risultati segna l’evoluzione della scienza e permette di costruire una descrizione più coerente dei fenomeni e delle predizioni più affidabili.

L’operazione richiede sempre una semplificazione del reale.

Questa si può fare attraverso il pensiero. Per esempio si può studiare il movimento di un oggetto senza tener conto dell’effetto dell’aria su di esso.

Ma si può anche semplificare il reale "preparandolo". Per le esplosioni delle supernovae o le eruzioni vulcaniche questo non è possibile, ma tutta la fisica da laboratorio è una fisica del reale "preparato", una sorta di messa in scena della realtà che ha lo scopo di farla parlare in un linguaggio imposto."

Il nostro percorso didattico (con voi e poi con i ragazzi) suggerisce di partire sempre dall’osservazione del reale con gli occhi del senso comune, per rendersi conto che la realtà si può guardare da diversi punti di vista, con diversi scopi, tra cui quello scientifico che poi via via impareremo a comprendere e a maneggiare sempre più.

Al processo di semplificazione col pensiero (guardiamo separatamente cosa fa la luce e cosa vede l’occhio, guardiamo un oggetto esteso come un insieme di oggetti puntiformi, ecc.) affianchiamo subito diverse esperienze di laboratorio in cui osserviamo il reale dopo averlo "preparato".

Il laboratorio che vi abbiamo presentato è quello che si chiama "laboratorio con materiale povero".

Si intende con questo termine non tanto e non solo che si tratti di materiale non troppo costoso, ma che si tratti di materiale in cui il processo di "preparazione del reale" sia esplicito ed accessibile a insegnanti e studenti. Spesso le apparecchiature del laboratorio più tradizionale (il banco ottico, le sorgenti "raffinate" ecc.) permettono misure più precise ma danno preconfezionato il processo di "messa in scena" del reale che è invece a mio avviso non solo uno strumento del capire scientifico, ma anche uno dei suoi scopi. Questo non vuol dire che dove ci siano le possibilità non si affianchi o si faccia seguire al laboratorio con materiale povero anche un laboratorio più tradizionale o addirittura con strumenti on-line (nel nostro caso ad esempio per la misura dell’intensità luminosa).

Prosegue la Viennot: "Parlare di semplificazione può stupire quando si consideri la giungla di apparecchi pieni di cavi e che funzionano sotto la sorveglianza stretta di un’informatica onnipresente. Ma tutto questo poggia su un’idea precisa. Rendere conto della complessità dei fenomeni fisici attraverso il numero più piccolo possibile di grandezze e relazioni. Senza dubbio ci sono dei rischi ad estendere abusivamente ad altre complessità questo metodo (ad esempio l’insegnamento e l’apprendimento?) o le sue pretese di riuscita. Ma in fisica i successi sono davanti agli occhi di tutti."

Il procedere scientifico implica soprattutto un’esigenza di generalità e coerenza. Una legge fisica non sarebbe tale se si applicasse solo qualche volta e senza sapere bene perché. Si cerca di raggiungere contemporaneamente la maggior generalità possibile e nello stesso tempo di definire gli eventuali limiti di validità delle relazioni che si utilizzano.

L’ottica geometrica, il modello di propagazione rettilinea della luce per raggi, è molto valida per interpretare spiegare e predire molti dei fenomeni della vita quotidiana e delle osservazioni e misure che è possibile fare sia in ambiente esterno che in laboratorio (sole, luci e ombre ecc.) ma vale entro certi limiti (ad esempio: oggetti e fori "non troppo piccoli") fuori dei quali bisogna ricorrere a teorie e modelli più complessi (dall’ottica ondulatoria alla meccanica quantistica e ai fotoni).

Semplificazione ragionata, astrazione, messa in coerenza: questi sono i tratti caratteristici della fisica (delle scienze?)