LUGO SETT. 98
RELAZIONE SULLE ATTIVITA' DI
LABORATORIO
Gruppo: CALORE -TEMPERATURA
Giulietta Bosatta
Antonietta Caropenuto
Anna Carrara
Giovanna Foschini
Rita Frisari
Maria Laj
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Daniela Lazzaro
Cristiana Mussi
Carla Riccardi
Susanna Roglia
Annalisa Salomone
Alessandra Scalabrella
Amneris Ulderigi
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Relazione a cura di: Anna Carrara, Annalisa Salomone
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Gli esperti hanno sottoposto
il gruppo a due tipi di sollecitazioni:
1. Richiesta
di realizzare esperimenti e di riflettere sui risultati. In queste
situazioni è stato osservato il comportamento di due oggetti (non
sono sorgenti primarie) quando vengono accostati e si sono individuate,
a regime, condizioni di equilibrio statico.
2. Richieste
di indicare andamenti di temperatura in situazioni legate all’esperienza,
in modo qualitativo, spesso utilizzando grafici. Nelle situazioni
proposte si aveva un’interazione tra una sorgente primaria e un oggetto.
Si sono individuate, a regime, condizioni di equilibrio stazionario.
I due tipi di sollecitazioni
si sono alternati nel corso dei lavori, ma ora vengono commentati separatamente
per chiarezza di esposizione.
1.
Richiesta di realizzare esperimenti e di riflettere sui risultati
PROBLEMA
1
Mescolo
due sostanze a due diverse temperature. Quale sarà la temperatura
finale?
Vengono fatte brevi considerazioni
iniziali:
1.
nel misurare la temperatura di un oggetto va tenuto conto che:
-
esso è una parte
di un sistema più ampio: l’ambiente esterno. Qual è la temperatura
ambiente? Quale ambiente? La situazione dell’ambiente può influenzare
la misura (es: correnti d’aria, ecc.) ....
-
lo strumento di misura, il termometro,
va utilizzato tenendo conto che richiede un certo tempo per andare a regime
(vedi problema 3), esistono problemi di taratura, si deve tener conto della
sensibilità dello strumento, degli errori di misura......
2. Previsione
dei risultati: essendo la temperatura una variabile non additiva non si
prevede di poter semplicemente sommare i valori della temperatura. Si pensa
di procedere frammentado il problema e di fare misure sperimentali facendo
cambiare una variabile per volta:
·
sostanze uguali, masse uguali, temperature diverse
·
sostanze uguali, masse diverse, temperature diverse
·
sostanze diverse, masse diverse, temperature diverse
Sostanze
uguali, masse uguali, temperature diverse
Vengono mescolate due parti
di acqua aventi la stessa massa e temperatura rispettivamente T1 e T2.
Alla richiesta di prevedere
la temperatura a regime sono state fornite risposte a prima vista diverse.
La riflessione sulle risposte
ha evidenziato che le formule erano solo formalmente diverse, ma che, pur
portando allo stesso risultato, nascondevano modelli diversi.
a)
“faccio la media” ha prodotto la formula
T= (T1 + T2) / 2
alcuni dei proponenti hanno
riconosciuto di aver utilizzato un modello nel quale la temperatura è
associata alla lunghezza di un segmento
|
b)
“faccio la differenza delle due temperature, la divido per due e la sommo
alla temperatura più bassa” ha portato alla formula
T= T1 + (T1 - T2) / 2
Ad un più attento
esame è emerso che questa risposta nasconeva almeno due modelli
diversi
·
l’eccesso di temperatura viene suddiviso in modo equo tra le parti (fig.
2)
·
la temperatura viene associata ad un fluido che le due parti posseggono
in quantità diversa. Quando vengono messe a contatto, esso passa
da uno all’altro con il modello dei vasi comunicanti, dove la differenza
di livello rappresenta la differenza di temperatura tra le due masse d’acqua
(fig. 3)

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Sostanze
uguali, masse diverse, temperature diverse
Vengono mescolate due parti
di acqua aventi rispettivamente massa m1, m2 e temperatura T1, T2
Anche in questa situazione
alla richiesta di prevedere la temperatura di regime sono state fornite
risposte a prima vista diverse.
La riflessione sulle risposte
ha evidenziato che le formule erano solo formalmente diverse, ma che, pur
portando allo stesso risultato, nascondevano modelli diversi.
1.
Si divide la somma delle masse in parti “unitarie” uguali, tra le quali
divido l’eccesso di temperatura:
|
2.
Modello il cui lo stato iniziale dei due oggetti è rappresentato
da un contenitore in cui la base rappresenta la massa e l’altezza la temperatura;
la previsione della situazione a regime viene fatta con il modello dei
vasi comunicanti:

T - T1 = Area1 / (m1
+ m2) = Area2 / (m1 + m2) = m2 * (T2 - T1) / (m1 + m2)
sviluppando si ottiene:
T= (m1*T1 + m2*T2) / (m1 + m2)
(1)
questo modello sottointende
il concetto di fluido scambiato: calorico
3.
il terzo modello presuppone la conservazione di una grandezza legata alla
massa e alla variazione di temperatura:
m1 * DT1 = m2 * DT2
(2)
questo modello sottointende
il concetto di conservazione dell’energia ed è riconducibile all’idea
di agitazione termica delle melecole
OSSERVAZIONI:
-
modelli ed approcci diversi
portano a risultati che dal punto di vista pratico sono equivalenti.
-
Ciò ci porta a riflettere
su come certi approcci degli alunni che ci sembrano divergenti sono solo
diversi dal nostro.
-
mi è sembrata interessante
l’osservazione che le strategie proposte si ricollegavano a due teorie
sul calore storicamente proposte: quella del calorico e quella dell’agitazione
termica.
Sostanze
diverse, masse diverse, temperature diverse
Un oggetto a temperarura ambiente
T1 viene immerso in acqua avente una temperatura più alta T2
Ogni gruppo ha immerso in
acqua un corpo di forma uguale, ma costituito da una diversa sostanza.
I risultati sperimentali
hanno evidenziato che il tempo necessario al sistema per andare a regime
dipende dal tipo di materiale immerso, inoltre i modelli precedenti non
sono più in grado di descrivere la situazione: si deve tener conto
di un fattore di correzione che determina la risposta del sistema legato
al tipo di materiale; la formula (2) diventa:
c1 * m1 * DT1 = c2 * m2 *
DT2
Si osserva che misurando
le temperature iniziali e di regime si può determinare il rapporto
tra i fattori di correzione dei due materiali:
c1 /c2
= m2 * DT2 / m1 * DT1
Si introduce così
il concetto di calore specifico o reciprocamente di capacità
termica.
|
 |
PROBLEMA
2
Metto
a contatto due quantità d’acqua a due diverse temperature, interponendo
una parete sottile. La temperatura a regime sarà la stessa?
La storia intermedia sarà la stessa? Come influisce il materiale
interposto?
Due recipienti contengono
acqua ad una temperatura T1 nella prima viene immerso un bicchierino di
vetro, nell’altra uno di alluminio contenenti acqua ad una temperatura
T2 < T1 . Il sistema viene isolato dall’ambiente e vengono registrate
le remperatura ad intervalli di 30 s .
T fuori AL
(°C)
|
T nel bicchiere Al
(°C)
|
T fuori vetro
(°C)
|
T nel bicchiere vetro
(°C)
|
22
21
22
23
23
23
23.5
24
24
24
24
|
54
40
36
33
31
30
29
28
27
27
27
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21
23.5
24
23
24
24.5
25
25
25
25
25
|
51
48
44
41
38
36
33
32.5
31.5
31
30
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Si osserva che:
-
la temperatura cala più
rapidamente nel bicchierino di alluminio, è un conduttore migliore
del vetro
-
ci si aspetta di trovare a regime
una temperatura più bassa nel bicchierino di alluminio che ha una
maggiore capacità termica
-
l’andamento della temperatura
nel contenitore è poco significativo non avendo pensato di introdurre
un agitatore
PROBLEMA
3
Che
cosa misura un termometro?
La temperatura di se stesso.
Questa osservazone usualmente
sottointesa comporta la necessità:
1.
di dare al termometro il tempo di andare a regime con il corpo di
cui si vuole sapere la temperatura, prima di effettuare la misura.
2.
che l’inserimento del termometro non perturbi troppo la situazione che
si intende misurare.
Questa situazione si è
resa evidente collegando un termometro digitale ad un computer e osservando
in tempo reale il grafico delle temperature quando si prende in mano il
bulbo del termometro:
-
il termometro misura inizialmente
la temperatura ambiente
-
nel giro di circa due minuti,
il valore della temperatura sale fino a quello della mano, disegnando una
curva con concavità verso il basso;
-
quando il termometro viene lasciato
libero nell’ambiente la temperatura cala, disegnando una curva con concavità
verso l’alto, fino alla temperatura ambiente.
PROBLEMA
4
Come
varia la temperatura misurata da un termometro bagnato quando l’acqua evapora?
La temperatura continua
a calare, anche sotto il valore della temperatura ambiente, fino a quando
tutta l’acqua non è evaporata; a questo punto la temperatura ricomincia
a salire fino a riportarsi al valore dell’ambiente .
Con queste osservazioni
si può introdurre il concetto di calore latente di evaporazione.
PROBLEMA
5
Come
varia la temperatura nel processi di riscaldamento, fusione, raffreddamento,
solidificazione di una sostanza (salolo
o fenile salicilato)?
Si pone un contenitore con
salolo solido su un fornello e si registra on line la temperatura del salolo
fino alla completa liquefazione, poi si toglie il contenitore dal fuoco,
continuando a registrare le temperature fino a completa solidificazione.
Si osservano due plateau
della curva della temperatura in funzione del tempo in corrispondenza della
liquefazione (il calore fornito viene utilizzato per il cambiamento di
stato e la temperatura rimane costante) e della solidificazione (il salolo
solidificando cede calore e la temperatura rimane costante.
Con queste osservazioni
si può introdurre il concetto di calore latente di solidificazione
e di fusione.
Osservazioni
L’utilizzo di sensori (temperatura,
movimento, ecc.) collegati al computer permette numerose appicazioni didattiche:
-
visualizzare velocemente un
grafico che rappresenti l’andamento di un fenomeno
-
chiedere all’alunno un grafico
di previsione di un fenomeno (da fare con carta e penna) e poi proporre
il confronto con la situazione reale, rappresentata sullo schermo del computer.
-
ornire un grafico ottenuto da
una situazione reale ed invitare gli alunni a ricreare quella particolare
situazione.
Tuttavia c’è un
aspetto che va gestito con cautela: per i ragazzi può non essere
immediata la comprensione di grafici cartesiani in cui vengano rappresentate
grandezze non legate allo spazio. Prima di rappresentare grandezze come
temperatura, velocità, tempo... nel piano cartesiano bisogna portare
gli alunni a comprenderne il significato. Suggerimenti utili possono essere:
-
far capire con il gesto di una
mano che ogni grandezza che aumenta può essere rappresentata da
qualcosa che si alza;
-
una volta fatto il gesto sparisce;
se la mano impugna invece una matita, lascia una traccia verticale
-
salite e discese successive
si sovrappongono
-
se la carta scorre con velocità
costante, il movimento della mano dà origine ad una curva in cui
la variabile orizzontale è il tempo
-
osservando l’andamento della
curva tracciata in diverse situazioni si può arrivare a dare significato
a forme e pendenze diverse (vedere anche punto 2 del paragrafo successivo).
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2.
Richieste di indicare andamenti di temperatura in situazioni legate all’esperienza
Ai corsisti è
stato richiesto di prevedere l’andamento della temperatura in situazioni
reali, legate all’esperienza.
Le risposte sono state estremamente
diverse, spesso non si sono avvicinate alla realtà. Si è
osservato che:
1.
spesso quando si cerca di mettere in grafico, in modo qualitativo,
l’esperienza ci si trova in difficoltà, ci si imbroglia. Si ha la
tendenza a considerare il problema banale e a trascurare alcuni aspetti
del fenomento.
Il suggerimento in caso
di difficoltà è quello di raccontarsi una storia, ponendo
attenzione alle condizioni iniziali, finali e ad eventuali punti critici
intermedi.
2.
Uno degli errori più comuni è quello di un’errata
valutazione della concavità della curva ‘temperatura in funzione
del tempo’. L’errore viene subito riconosciuto se si riflette sul fatto
che, più alta è la differenza di temperatura, maggiore è
la velocità di trasferimento del calore (doppia implicazione).
Il fenomeno di trasferimento
del calore tende ad auto-estinguersi:
-
nell’oggetto che si scalda la
temperatura aumenta sempre più piano e la curva ‘temperatura in
funzione del tempo’ si avvicina ad un valore asintotico orizzontale con
la concavità verso il basso.
-
nell’oggetto che si raffredda
la temperatura diminuisce sempre più piano e la curva ‘temperatura
in funzione del tempo’ si avvicina ad un valore asintotico orizzontale
con la concavità verso l’alto.
Nel caso di una differenza di
temperatura avviene, come per gli stimoli biologici, che un dislivello
grosso provoca una risposta violenta.
3.
Un altro errore comune è la valutazione sulla convenienza
di tenere lo scaldabagno sempre acceso.
-
se lo scaldabagno è perfettamente
isolato tenerlo sempre acceso o accenderlo in caso di necessità
è la stessa cosa.
-
se non c’è isolamento
perfetto, l’energia che devo mettere per scaldare nuovamente l’acqua è
comunque quella che perdo per dissipazione; la dissipazione aumenta quando
la differenza di temperatura tra acqua e ambiente sale, quindi conviene
accendere solo quando serve.
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