CHE COSA SUCCEDE 
La radiazione viene assorbita dalla
faccia del blocco esposta alla stufetta, genera calore che per
conduzione si propaga nel blocco. L’andamento della temperatura
rilevata dai vari sensori indica l’effetto dello spessore nella
propagazione. Una maggiore velocità nell’aumento di temperatura
caratterizza il corpo più conduttore.
Nella seconda fase si simula un aumento e
una successiva diminuzione dell’intensità della radiazione, un
fenomeno simile a quel che avviene durante il giorno con l’illuminazione
solare. La temperatura esterna, sulla faccia esposta, aumenta e poi
diminuisce, provocando “un’onda di calore” attraverso il blocco.
La resistenza termica del materiale fa sì che il massimo della
temperatura non venga rilevato dalle sonde nella posizione di minima
distanza, cioè nel momento di maggiore irraggiamento: c'è uno
sfasamento fra i picchi dell'onda di calore all'esterno e all'interno
del blocco. Inoltre la massima temperatura rilevata dalla sonda
collocata meno profondamente (a cui corrisponde il maggior spessore di
materiale) è minore di quella rilevata dalla sonda più profonda.
I muri hanno la funzione di isolare l’interno
della casa. Nel caso di clima caldo, per esempio, devono far arrivare
dentro la casa il massimo dell’onda di calore, il più possibile
smorzato, durante la notte, quando è possibile ottenere un comfort
maggiore arieggiando con l’aria fresca della notte gli ambienti
interni: lo sfasamento deve essere di circa 12 ore. Nelle cantine l’onda
di calore annuale dovrebbe arrivare sfasata di 6 mesi (e il più
possibile attenuata): a una profondità di qualche metro le variazioni
diventano inavvertibili e c’è una temperatura costante durante tutto
l’anno, come accade nelle grotte.
La stufetta potrebbe anche rappresentare
il fuoco di un camino o la radiazione emessa da una stufa.
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