Curiosità
su alcuni pigmenti usati
Colori
minerali
Bianco di zinco. Era
conosciuto con il nome di lana filosofica e rimase una curiosità
scientifica fino a quando nel 1800 Gustavo Moreau lo utilizzò al
posto del bianco di piombo.
Si otteneva facendo fondere dello zinco fino
all’ebollizione; i vapori che si liberavano nell’aria si
trasformavano in fiocchi bianchi lanuginosi che venivano poi
raccolti.
Ora si fabbrica con tecniche moderne e viene
utilizzato sia per la pittura ad olio che a tempera.
Giallo di cadmio. ( solfuro di cadmio ) Il cadmio, scoperto solo
nel 1800, si ricava principalmente come sottoprodotto nella
purificazione dello zinco. I gialli di cadmio (ve ne sono di varie
gradazioni dal giallo chiaro al giallo aranciato ) si ottengono
facendo reagire una soluzione acquosa di un suo sale con idrogeno
solforato; si ottiene così un precipitato giallo tendente
all’arancione che, lavato e raccolto su tele, si pone ad
essiccare.
Cinabro o vermiglione. ( solfuro di mercurio ) Questo colore ha
origini antichissime, già usato da egizi e greci; secondo Plinio
era così caro che il prezzo veniva fissato dal governo.
L’unico minerale del mercurio abbondante in
natura è il cinabro, lo si trova misto ad argilla o sostanze
bituminose ma anche in filoni o grani.
Per ottenere il pigmento si fa cadere polvere
di mercurio su zolfo fuso; si ottiene una materia nera
(etiope minerale) che, chiusa
in vasi e riscaldata, sublima fornendo uno splendido rosso.
Malachite. ( carbonato di rame ) Si trova nelle miniere degli
Urali e in Katanga e viene usata a scopo decorativo ed in
gioielleria; per la pittura vengono scelti i pezzi con i colori più
belli, si macinano a lungo in acqua per
ridurli in polvere finissima.
Azzurro lapislazzuli. Pietra semi-preziosa, di un blu splendente
e aspetto levigato, era usata già nel neolitico e poi dalle diverse
civiltà dell’Asia e del bacino mesopotamico che la diffusero
nelle nazioni vicine e nel mondo islamico( il blu è considerato un
talismano contro il malocchio).
I pittori del rinascimento l’utilizzarono
come pigmento, che per essere estratto richiedeva lunghe e laboriose
operazioni.
Prima si riduceva la pietra in pezzi di media
grandezza, poi i frammenti posti in un crogiuolo venivano
arroventati e bagnati con aceto per renderli friabili e per fare
evaporare le impurità;
dopo aver ripetuto più volte
quest’operazione, i pezzi migliori venivano pestati in un mortaio
di ferro bagnandoli con aceto; infine si sciacquava e si faceva
essiccare.
In un secondo tempo, si formava un pastello con
diverse sostanze, si univa alla polvere impalpabile di lapislazzuli
in uguale peso, si faceva fondere per amalgamare bene le parti, si
raffreddava in acqua; con le mani unte di olio di lino si costituiva
un cilindro che rimaneva in acqua ancora alcuni giorni. Passato
questo tempo, il pastello veniva disciolto in acqua tiepida fino ad
ottenere un liquido carico di colore, si decantava, lavava il
pigmento raccolto e si faceva essiccare.
Nel 1827 Guimet scoprì l’oltremare
artificiale che, meno costoso dell’azzurro lapislazzuli, ne
sostituì l’uso.
Colori naturali
Ocre gialle ( terre gialle, chiare e
scure ) Colori usati fin dall’antichità, si ottenevano da cave di
argilla di vario colore; il materiale viene ripetutamente lavato,
macinato e abburattato (setacciato per eliminare le impurità).
Anche le ocre rosse si ricavano da giacimenti naturali d’argilla
ricchi di ossidi di ferro.
Le terre verdi di Verona sono
ricche di solfuri di rame.
Colori
di origine animale e vegetale
Neri ( d’avorio, d’ossa, di vite
…) Questi colori sono costituiti da sostanze animali o vegetali
non completamente bruciate.
Seppia
Si ricava dal liquido delle seppie: colore nerastro dalle
seppie dell’oceano, bruno da quelle dell’Adriatico.
Carminio di cocciniglia. Viene ricavato dalle cellule di tessuto
adiposo delle cocciniglie, che a loro volta lo prendono da cactacee
di cui si cibano.
Porpora. Sostanza colorante rossa usata dagli antichi ( Tiro)
per tingere le stoffe, si ricavava dalle ghiandole del tegumento di
alcuni gasteropodi dei generi Purpura e Murex.
Rosso di papaveri. Si fanno essiccare i petali poi si estrae il
colore con alcool.
Indaco. Estratto da foglie e scorza di una leguminosa; si fa
bollire in acqua, si unisce alcool ,si fa seccare e lo si immerge in
acido muriatico per togliere le impurità.
Verde vescica. Si estrae dal rhamnus frangula, pigiando le
bacche e cuocendole fino a renderle vischiose, si aggiunge allume,
acqua e poca calce.
Oggi il pittore compra i colori in tubetti,
mentre un tempo essi imparavano nelle botteghe una serie di formule
e tecniche frutto di secolari esperienze.
Il pittore acquistava i pigmenti dallo speziale, poi li mescolava e
li legava con tuorlo d’uovo, lattice di fico, olio di lino, albume
d’uovo, miele, resine, cere,
collanti….secondo ricette ben precise e tenute segrete, in
relazione al tipo di pittura scelta .