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Distorsione ottica di grandezze
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Supporto didattico ALL'ESPERIENZA 2.2


scienze biologiche

Ed. artistica

   CHE COSA FAR NOTARE

l segmenti della prima figura sono uguali, così come tutti i segmenti colorati della seconda e i due cerchi gialli.

Per il confronto fai misurare la lunghezza dei segmenti utilizzando un righello oppure la carta da lucido.

   CHE COSA SUCCEDE

Nella figura 1 le direzioni dei tratti posti alle estremità influenzano la nostra percezione: il primo segmento sembra più corto del secondo.

Nella figura 2 i segmenti verdi appaiono uguali, mentre i segmenti rossi sembrano diversi.

Ciò è sempre dovuto al contesto che fa apparire diversi i segmenti colorati.

Anche nella figura 3 abbiamo la stessa illusione. Infatti di solito per valutare forma e dimensione di una figura la confrontiamo con una vicina presa come riferimento: i due cerchi gialli ci sembrano diversi in quanto li confrontiamo con i cerchi rossi, i quali essendo più piccoli e ravvicinati ci fanno sembrare più grande il cerchio centrale, mentre quelli più grandi  fanno sembrare il cerchio giallo più piccolo.

   PER APPROFONDIRE

Come mai, in alcune serate, la luna ci appare così grande all’orizzonte, mentre quando è in alto nel cielo ci appare più piccola?

Questa è un’illusione ottica: infatti se scattassimo delle fotografie o misurassimo con un righello il diametro apparente della luna oppure ricalcassimo su un foglio di carta da lucido la sua immagine quando è bassa sull’orizzonte o quando è alta nel cielo non noteremmo differenze. Una spiegazione definitiva dell’illusione lunare ancora non c’è, probabilmente perché sembra che questo fenomeno sia legato alla percezione visiva e la comprensione di ciò che succede nel nostro cervello non è così avanzata come la comprensione dei fenomeni fisici.

Riportiamo due possibili spiegazioni tratte dal libro “Al suo barbiere Einstein la raccontava così. Vita quotidiana e quesiti scientifici” di R. Wolke (Feltrinelli, 2001):

  1. All’orizzonte vediamo la luna insieme ad oggetti di grandezza nota: palazzi, montagne, alberi, mentre quando è in alto nel cielo non abbiamo punti di riferimento, lo sfondo è il cielo. È quindi ancora il contesto ad influenzare la percezione delle dimensioni degli oggetti. Gli occhi vedono ma poi è il cervello che confronta le dimensioni degli oggetti che stiamo osservando con quelli presenti nel contesto immediatamente vicino, oppure con le dimensioni degli oggetti che ci sono più familiari.
  2. Se alziamo gli occhi verso il cielo abbiamo l’impressione di un’enorme cupola sopra di noi, gli antichi astronomi infatti pensavano che fosse realmente una cupola in cui le stelle e i pianeti erano incastonati come gioielli. Perfino in quest'era spaziale sembra che continuiamo ad avere un'impressione atavica del cielo come cupola. Non afferriamo l'idea di infinità, e così inconsapevolmente immaginiamo che abbia dei limiti finiti.
    Raffiguratevela consapevolmente per un attimo. Che cosa rispondereste se vi domandassi quanto è lontana la cupola celeste? Probabilmente avreste l'impressione che l'estremità della cupola che tocca l'orizzonte sia più lontana di un punto della cupola a perpendicolo. In altre parole, consideriamo il cielo come una cupola piuttosto bassa. Perché? La nostra esperienza ci ha sempre insegnato che gli orizzonti sono lontani, ma non c'è nulla nella nostra esperienza, né indizi visivi, che ci dicano che la "sommità" del cielo è anch'essa lontana.

    Cosi, quando la Luna è vicina all'orizzonte, inconsciamente crediamo che sia più lontana di quando è sopra di noi. Ma tutta la nostra esperienza visiva ci dice che gli oggetti più lontani sembrano più piccoli. Così, quando la Luna fa marameo alle nostre aspettative restando della sua normale dimensione anche quando è "lontana" sull'orizzonte, il nostro cervello dice: "Urca! Che gran faccione!". E resta questa la nostra impressione.
 

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