Obiettivo
Passare dalla percezione
di “macchie di luce” all’idea di fascio di luce.
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Materiale
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Torcia a penna (torcia
che produce “macchie” di luce ben definite e abbastanza omogenee)
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Proiettore da
diapositive
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Laser pointer
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Teli bianchi di stoffa
sottile (tipo lenzuola) fissati a 2 bastoni (tipo manici di scopa)
(foto)
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Bottiglie di plastica
a sezione circolare da 1,5- 2 litri. Le bottiglie piene d’acqua e
legate con lo scotch a gruppi di 4 possono essere usate come base per
sostenere i bastoni. (foto)
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Scotch largo (da
pacchi)
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Alluminio (in rotolo,
tipo quello da alimenti)
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Telaietti da
diapositive
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Talco, gesso, …..
cancellino, piumino da talco
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Scatola di cartone
(per esempio da scarpe) con un foro di dimensioni adatte a sostenere
la torcia e il laser (foto)
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Come procedere
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Accendere la torcia
davanti alla parete di un ambiente oscurato:
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cambiare l’ orientamento della torcia
stando sempre nella stessa posizione
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avvicinarsi e allontanarsi dalla parete senza
variare l’orientamento della torcia
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esplorare lo spazio tra la torcia e la parete
muovendovi variamente il telo bianco, teso tra i due bastoni
(spostare il telo parallelamente a se stesso; ruotarlo su se
stesso intorno a uno dei lati; ….)
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Accendere la torcia
nella scatola e osservare attentamente le pareti e l’interno della
scatola dall’alto; ripetere l’osservazione mentre si fa cadere
nella scatola talco o gesso (ad esempio sbattendo il cancellino o un
piumino da talco).
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Ripetere le esperienze
dei punti 1 e 2 utilizzando il laser (NB
il fascio laser non deve mai entrare negli occhi né direttamente né
dopo aver colpito superfici riflettenti, limitarsi a superfici
diffondenti quali muri, cartone e stoffa. Porre
attenzione a non orientare il laser verso vetri, specchi,
superfici molto lisce).
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Ripetere le esperienze
del punto 1 utilizzando come sorgente di luce un proiettore da
diapositive.
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Cosa si vede
Sulla parete si nota una macchia
di luce che si sposta “seguendo” l’orientazione
della sorgente di luce.
Allontanandosi dalla parete:
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nel caso della torcia e del proiettore la macchia
si allarga e diventa meno intensa
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nel caso del laser non è percepibile nessuna
variazione di intensità e si può notare un leggero allargamento solo
se ci si allontana di molto
Sul telo bianco si vedono
macchie di luce che cambiano forma e dimensione al variare della posizione
del telo. In particolare:
nel caso del laser la macchia mantiene la
stessa forma e le stesse dimensioni
Nella scatola le osservazioni
che si possono fare inizialmente sono analoghe alle precedenti.
In presenza della polvere (di gesso, talco, ….)
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nel caso della torcia
si ha la percezione di un fascio di luce che collega la
sorgente con la macchia sulla parete allargandosi via via (tronco di
cono),
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nel caso del laser si ha la percezione di un
fascetto di luce rossa (cilindro molto stretto).
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Al depositarsi della
polvere sul fondo della scatola i fasci appaiono sempre più rarefatti
fino a divenire invisibili.
Al depositarsi della
polvere sul fondo della scatola i fasci appaiono sempre più rarefatti
fino a divenire invisibili.
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Conclusioni e
interpretazione
Dalla sorgente esce un
“fascio” di luce di forma e dimensioni che dipendono dal tipo di
sorgente.
La luce non si vede, si vedono intensamente illuminate le superfici degli
oggetti colpiti dalla luce diretta, le zone di parete o di telo che
intersecano il fascio di luce e la diffondono nello spazio circostante
permettendole di arrivare ai nostri occhi.
Muovendo il telo tra la sorgente e la parete la successione delle macchie
luminose può dare una prima idea della forma del fascio nello spazio. La
figura sottostante evidenzia la ricostruzione della forma del fascio nello
spazio a partire dalla successione di macchie luminose illustrata nella
serie di immagini precedenti.
Usando il proiettore con telaietto vuoto, rettangoli illuminati
via via più grandi fanno pensare a un fascio a forma di tronco di
piramide. Inserendo nel telaietto un foglio opaco (ad esempio foglio di
alluminio) con fori di forme diverse è possibile cambiare la forma del
fascio.
Quando si ha la sensazione di vedere il fascio di luce, quel che si vede
è un insieme di particelle illuminate dalla luce nel suo propagarsi dalla
sorgente nello spazio. Le particelle di gesso, talco, …. diffondono in
tutte le direzioni la luce che le colpisce; il nostro occhio, ricevendo
parte di questa luce, vede una serie di punti illuminati che
“visualizzano” il percorso del fascio. Le particelle cadono via via
sul fondo della scatola finchè il fascio torna ad essere
“invisibile”.
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