Conclusioni
e interpretazione
Il modello a raggi introdotto per interpretare le
figure e gli spazi di luce nel caso della torcia, del laser, del
proiettore da diapositive e delle lampadine permette di interpretare
tutte le esperienze di questa sezione.
La luce esce sorgente luminosa e si propaga rettilineamente nello spazio circostante finché
non incontra la sagoma. La sagoma “ferma” il fascio di luce che ha
vertice nella sorgente luminosa ed è delimitato dai raggi che
“sfiorano” il contorno della sagoma. Questo fascio non può
proseguire nella zona “retrostante” la sagoma, che risulta pertanto
una zona di spazio in ombra. Le figure d’ombra che si raccolgono sui
fogli si possono immaginare come il risultato dell’intersezione tra piano del foglio e
spazio “in ombra”, spazio in cui non è presente luce proveniente
direttamente dalla sorgente ma in cui può essere presente luce diffusa
dagli oggetti circostanti.
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Con più punti-sorgente nella stessa porzione di spazio, si possono
incontrare sulla sagoma fasci provenienti da sorgenti diverse che la
sagoma può intercettare in tutto o in parte. Si forma così, nello
spazio “retrostante” la sagoma, una zona in cui non arriva luce da
nessuna delle sorgenti contornata da zone (penombra) in cui arriva luce
solo da alcune sorgenti e non da altre. La figura d’ombra si ottiene
dall’intersezione di questo spazio in ombra e penombra col piano del
foglio e appare quindi divisa in zone scure di differente intensità a
seconda del numero (zero nel caso dell’ombra più intensa) di fasci
luminosi che si sovrappongono.
Le normali lampadine utilizzate nelle lampade da tavolo o nei lampadari
emettono luce da un filamento incandescente molto più lungo che si può
immaginare formato da una distribuzione continua di punti-sorgente.
Utilizzando una sagoma di dimensioni maggiori dell’estensione del
filamento la zona di sovrapposizione sulla sagoma dei fasci provenienti
da tutti i punti del filamento è ampia e corrispondentemente la figura
d’ombra retrostante risulta formata da una parte centrale intensamente
scura (non vi arriva nessun fascio di luce) contornata da una zona di
luminosità crescente verso l’esterno che rende l’ombra
“sfocata”, a contorni non netti, . La figura d’ombra appare netta
solo se il foglio è molto vicino alla sagoma.
Utilizzando una sagoma di dimensioni minori dell’estensione del
filamento si può ottenere che ai punti dello spazio “retrostante”
arrivi luce da almeno un tratto del filamento, in questo caso si ha solo
penombra che potrebbe anche non essere visibile per effetto
dell’illuminazione diffusa dall’ambiente circostante.
La presenza di ombre nette, senza penombra, su schermi non aderenti alla
sagoma può essere usato come criterio operativo per decidere in che
misura la sorgente di luce in questione può essere considerata
puntiforme.
Ombre nette
o meno si possono ottenere anche col sole in dipendenza della distanza
dell'oggetto dallo schermo.
Lo studio degli spazi e delle figure d’ombra
potrebbe essere molto più ampio e dettagliato di quanto fatto finora.
Suggeriamo in particolare di provare a:
- ripetere le varie esperienze utilizzando superfici varie
(non necessariamente piane) per esplorare gli spazi circostanti sorgente
e sagoma.
- ripetere le varie esperienze utilizzando oggetti
tridimensionali e non sagome piatte
- provare a osservare le ombre di più oggetti prodotti da
una unica sorgente puntiforme vicina e provare ad allontanare
progressivamente la sorgente
- provare a lavorare in spazi ampi con proiettore da
diapositive, oggetti vari (anche le persone) e teli sui quali
raccogliere le ombre. In questo caso è possibile muoversi nello spazio,
entrare e uscire dallo spazio d’ombra e rendersi conto che dai punti
di questo spazio non è possibile vedere la sorgente (agli occhi non
arriva luce dalla sorgente).
Il modello a raggi permette in ogni caso di
prevedere quali spazi d’ombra si formeranno. Le figure d’ombra si
otterranno considerando le intersezioni tra lo spazio d’ombra creato
dai vari oggetti e le superfici scelte. Invitiamo per questo anche a
costruire modelli concreti con fili e spaghi che visualizzano e
materializzano i raggi.
Per approfondire i rapporti tra fisica e
geometria nello studio delle figure d’ombra (o delle macchie di
luce) si vedano gli appunti di Paola
Majorino) che presenta anche diverse esperienze
realizzate da insegnanti di scuola media inferiore nelle loro classi.
Per un collegamento con l’astronomia si
veda il sito, in preparazione, del progetto SENIS - gruppo Luce /archivio_senis.html
Per un collegamento con la tecnologia della
raccolta dell’energia solare con pannelli orientabili nello
spazio rispetto alla direzione di provenienza della radiazione solare si
veda il sito /set
che presenta anche interessanti esperienze sulle ombre colorate.
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