Come lavoreremo
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Da parte nostra
non viene dato fin dall’inizio un percorso già rifinito, dettagliato, da svolgere nelle classi settimana per settimana. Fino a tutto novembre lavoreremo "fuori delle classi". Inizieremo analizzando schemi teorici generali, osservazioni ed esperienze concrete, esempi di difficoltà incontrate con i ragazzi.

Il percorso lo costruiremo insieme a partire dal materiale fornito da noi, dalle vostre riflessioni e reazioni ad esso, dalle vostre esperienze. Per l’inizio di dicembre avremo un percorso più definito che in università stenderemo sotto forma di schede per insegnanti e schede per studenti sulla falsariga di quanto fornito già negli anni scorsi agli insegnanti di labrete.

Per quanto riguarda il lavoro sul Sole il materiale a vostra disposizione sarà del tipo seguente:

mappe di contenuti (per partire due sul Sole: una ponendosi dal punto di vista di un osservatore a Terra; una dal punto di vista di un osservatore esterno Allegati 1 e 2)
riflessioni su concetti e passaggi particolari delle mappe precedenti
possibili percorsi di lavoro all’interno della "mappa di territorio" generale
suggerimenti per la costruzione di semplici strumenti
bibliografia cartacea e WWW.

In questo scritto più avanti troverete, oltre alle mappe, primi suggerimenti per avviare il lavoro, riflessioni sul concetto di orizzonte e connessi, esempi di lavoro concreto in classe e in rete telematica.

Da parte vostra chiediamo....

Facciamo parte di un gruppo di ricerca sulla formazione degli insegnanti, vi chiediamo pertanto di riflettere sia sui materiali che vi forniamo sia sull’esperienza in classe, di scambiare via via con noi ricercatori e con gli altri insegnanti del gruppo le vostre esperienze, difficoltà, riflessioni.

Nella fase di sperimentazione in classe vi chiediamo di documentare il vostro lavoro nelle classi, regolarmente attraverso messaggi settimanali in rete.

Suggeriamo di tenere un "quaderno di bordo" del lavoro in classe; cioè segnare lezione per lezione, schematicamente: l’argomento trattato, le cose che vi hanno colpito durante la lezione (nel bene e nel male, cioè le cose che hanno funzionato particolarmente bene o male rispetto alle vostre aspettative). Suggeriamo inoltre, qualche volta, quando possibile, di registrare la lezione e poi risentirla. Aiuta a notare cose che nella pratica possono anche sfuggire e a registrarle per condividerle con altri.

Nota Bene

Non far mai osservare il Sole direttamente a occhio nudo e soprattutto non guardare mai direttamente il Sole attraverso un telescopio non schermato. L’occhio può essere danneggiato gravemente soprattutto dalla parte termica e dalla parte ultravioletta della radiazione solare.

NORMALI OCCHIALI DA SOLE NON SERVONO ALLO SCOPO.

Uno dei metodi spesso suggeriti per non incorrere in problemi è quello di osservare il Sole attraverso diapositive o negativi di foto sovraesposte (e quindi "nere"). In realtà con le attuali pellicole questo NON è un metodo molto sicuro.

Si consiglia piuttosto di usare dei vetri degli occhiali da SALDATORE, costano meno di duemila lire. Un’altra soluzione è usare un Compact Disk, un CD.

In ogni caso il filtro prescelto va avvicinato all’occhio e poi lo sguardo rivolto verso il Sole (non viceversa!). I nostri studenti hanno escogitato il metodo seguente: hanno preso dei bicchierini di plastica da caffè, ne hanno sostituito il fondo con vetri da saldatore. Per guardare il Sole accostano un occhio al bordo del bicchierino e poi lo orientano verso il Sole, tenendo chiuso l’altro occhio.

Nonostante queste difficoltà e complicazioni invitiamo comunque a fare questa esperienza di osservazione "diretta" del Sole, prima di introdurre "macchine" e strumenti più complessi di mediazione tra noi e il Sole. Suggeriamo però di ampliare l’esperienza di "osservazione" ad altri sensi, ad esempio chiudere gli occhi e cercare il sole, "sentire" il sole sulla pelle e così via. Ci aiuta a creare un rapporto di familiarità, di confidenza, di emozione con l’ambiente, e col sole in particolare, che è indispensabile prima di passare a una fase di studio "scientifico" che comunque non vorrà "sostituire", "cambiare" questo approccio.

Pensiamo infatti che lo scopo dell’insegnamento scientifico sia quello di introdurre un punto di vista sul mondo, un modo di interagire con la realtà, di rappresentarla e interpretarla, spesso diverso da quello quotidiano come da quello di altre discipline, ma non necessariamente "superiore".

Questa riflessione sugli scopi dell’insegnamento scientifico, sugli obiettivi che ci poniamo quando insegniamo la fisica ai diversi livelli scolari, ci auguriamo che venga ripresa e discussa all’interno del nostro gruppo, insieme ad altri temi di carattere generale come ad esempio: quali sono i nostri modelli di apprendimento e le strategie di insegnamento ? Cioè :

cosa intendiamo per apprendimento? come pensiamo che i nostri studenti imparino, capiscano?

cosa facciamo perché questo apprendimento si realizzi? come verifichiamo se abbiamo raggiunto i nostri obiettivi?