Date: Sun, 29 Nov 1998 17:07:07 +0100
From: "Rosella Zucchetti"
Subject: alcune riflessioni

Cara Paola

ti invio alcune riflessioni sul tema contenuti e procedure. Niente di "originale", sono, infatti, tratte dalla lettura delle riflessioni sul lavoro dello scorso anno, mandate in rete tra ottobre e novembre. Oltre tutto non avendo idea di che cosa il tuo gruppo si sia scritto nei giorni scorsi, può essere pure che queste osservazioni siano state già fatte.

Decidi tu se è il caso di cestinare direttamente.

Contenuti

- Il contenuto scelto dagli esperti ha avuto connessioni significative con il programma di geometria. A cominciare da vericale-orizzontale, concetto di angolo fino alle trasformazioni geometriche ci sono stati offerti spunti veramente originali per introdurre temi prettamente geometrici. Sicuramente tutti noi partiamo da situazioni concrete per spiegare geometria, "facciamo" costruzioni, ma chissà perché alla fine, ai ragazzi, rimangono, spesso, solo aride definizioni e formule per la risoluzione dei problemi.

Dopo questo lavoro sulla luce i ragazzi, ai quali è stato sempre richiesto di esplicitare varianti e invarianti nelle figure, hanno capito, quindi ricorderanno, le varie trasformazioni geometriche come estremamente collegate le une alle altre (una proiettività può diventare un'affinità o una similitudine o una congruenza). Io sto pensando di proporre, alla mia III, una verifica che, partendo solo come spunto dal lavoro sulla luce, accerti l'acquisizione di contenuti prettamente geometrici. In II si potrebbe pensare ad una verifica sul calcolo delle aree, rapporti e proporzioni. Questo aggancio alla geometria ci ha dato l'opportunità di fare laboratorio anche in matematica.

- Vorrei spendere ancora una parola a proposito della "quantità" di contenuti che i nostri ragazzi hanno appreso in questi anni. Partendo dal presupposto che è indispensabile abituare i ragazzi a porsi domande e a "ri"cercare risposte, sono d'accordo, in linea di principio, con quello che ha detto Enrica: è meglio fare bene il poco che si fa. Però, seppur con tutte le direzioni che si possono prendere, il tema rimane ampio, ma circoscritto. Io propongo di introdurre qualche altro argomento quando ne capita l'occasione (gli spunti non mancano mai) a un livello più discorsivo, meno sperimentale. I ragazzi non mancheranno di individuare le differenze per cui bisognerà dichiararlo in anticipo e far capire loro che non si può fare tutto e bene. Certo i due modi di procedere sono in contraddizione uno con l'altro e capisco anche che la soluzione è un compromesso, ma non vedo grosse alternative.

- Nelle riflessioni che ho letto, almeno tre, emerge l'esigenza di riunire materiale di documentazione per i ragazzi, quasi a sostituire un libro di testo che non c'è o se c'è è inadeguato al percorso in atto. Vero è che i ragazzi costruiscono le loro conoscenze da soli e che ciò, in pratica, rimpiazza il testo, ma forse non è una cattiva idea "avere qualcosa da studiare" (sto pensando soprattutto ai miei alunni che l'anno prossimo, alle superiori, faranno scienze studiando un libro)

Procedure (innovazioni)

- Creare documentazione per i ragazzi o per qualcuno che volesse rifare lo stesso percorso (i verbali dei ragazzi, le fotografie durante le esperienze, la mostra finale)

- Creare documentazione per se stessi: i verbali che facciamo sono una memoria storica del lavoro. Non si dice di fare un verbale di ogni nostra lezione, ma uno scritto, anche per punti, sarebbe sicuramente utile per far rimanere quello che si fa. Capita a tutti di essere soddisfatti di come si è svolta una lezione o di come si è conclusa una discussione. Averlo scritto potrebbe tornare utile in futuro.

- Ruolo alunni - insegnanti: tutti noi abbiamo sottolineato nelle nostre riflessioni come sia mutato il modo di fare lezione e quindi il rapporto con i ragazzi. Non più l'insegnante trasmettitore di conoscenze, fornitore di spiegazioni ma una persona capace di far emergere osservazioni, dubbi, difficoltà, di trovare insieme a loro le soluzioni, in pratica un "ricercatore" insieme a loro, un ruolo alla pari; anche l'insegnante può essere impreciso e affina il suo lavoro con i ragazzi.

- Metodo di lavoro: nella logica di quanto scritto sopra "l'insegnante affina la sua capacità di condurre la classe, partendo da approcci ampi (Anna C.) " ricavati dal vissuti dei ragazzi e che danno "ricchezza e stimolo alle procedure"; capisce quando è tempo di tagliare una discussione che sta diventando sterile o quando è il tempo di indirizzare un'esperienza dopo tante prove.

Le attività compiute in questi anni ci hanno permesso di guidare i nostri alunni nel lavoro di laboratorio. E' stato mostrato loro come nel lavoro sperimentale sia importante modificare una condizione per volta se si vuole dare un significato all'esperienza progettata. Ritengo anche sia stata una buona strategia riprendere in ambiti diversi i vari concetti. A questo proposito il continuo riferimento alle esperienze outdoor mentre si svolge il lavoro in laboratorio contribuisce ad organizzare ed approfondire le conoscenze. Chiudere troppo presto un argomento paga poco. Inoltre riconoscere analogie e differenze è uno degli obiettivi qualificanti del corso di scienze (come dicono quelli che parlano bene).

Sempre a riguardo del modo di lavorare in classe prenderei ad esempio quello riportato da Patrizia nelle sue riflessioni sul lavoro dello scorso anno (il percorso che ha condotto alla realizzazione del cartellone per la mostra).

- Uso delle mappe. Enrica ha detto che è stato scarso. Io credo che almeno praticamente, probabilmente a livello inconscio, ce ne siamo serviti. La continua connessione tra un argomento e l'altro, quasi fosse un'applicazione multimediale, non ne è un esempio? (lo domando perché non ne so molto).

 

So che non ti piace leggere messaggi troppo lunghi ma sembra proprio che abbia perso la capacità di essere sintetica.

Ciao

Rosella Zucchetti, Lodi