Da: Carlo Portigliotti <carlo@imiucca.csi.unimi.it>
Oggetto: Riflessioni dalla Cazzulani
Data: giovedì 12 novembre 1998 20.35

Giro il messaggio di Rosella, speditomi come allegato
Carlo
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Ho riguardato il percorso seguito dalla mia classe (2C TP Cazzulani) e poi
anche quello di un'altra (2E Cairoli). La scelta è stata del tutto casuale
(la prima nel mio archivio); l'unica cosa a cui ho badato è che fosse
un'altra seconda.
Per non andare troppo a ruota libera seguirò i punti forniti da Enrica
nell'incontro del 1-6-98.
CONTENUTI
La mia estrazione biologica ha portato, spesso, non dico a "saltare" questo
argomento ma sicuramente ad approfondirlo poco. L'idea di buttarmi in
qualcosa di "nuovo", su un tema da me non molto padroneggiato, era
accattivante. Mi attirava anche poter contare sull'aiuto, la collaborazione
e il sostegno di tanti colleghi. Ecco perché ho aderito con un certo
entusiasmo al progetto
Ciò che mi ha maggiormente colpito è stato lo scoprire come tante
osservazioni del mondo reale e della vita di tutti i giorni fossero utili a
capire concetti non semplici.
Interessanti e originali sono stato gli spunti che hanno permesso di
affrontare in modo nuovo (per me almeno) alcune parti del programma di
geometria
. A mio avviso questa è un'esperienza da socializzare il più
possibile.
I ragazzi hanno sicuramente imparato da questo percorso sia dal punto di
vista dei concetti, sia soprattutto da quello delle procedure.
PROCEDURE
E' stato offerto ai ragazzi un esempio del modo di "fare scienze" e di come
sia importante affrontare con ordine le tappe per arrivare al sapere:
dall'osservazione, alla descrizione, alla formalizzazione. Il formulare
ipotesi, previsioni, il preparare esperienze cercando e fabbricando
l'attrezzatura è stato altresì estremamente significativo per i ragazzi.
Dal punto di vista dell'insegnante non mi è sembrato per nulla disdicevole
avere una scaletta da seguire, anzi direi che l'ho trovato molto
rassicurante. Inoltre il fatto di dover seguire un percorso insieme ad altri
mi ha costretto a mettere un po' in secondo piano il problema dei tempi che
sempre assilla.
METODOLOGIE DIDATTICHE
I ragazzi hanno lavorato un po' in tutti i modi. A classe intera, durante le
esperienze indoor, a gruppi e singolarmente all'aperto. Il lavoro di
osservazione diretta in cortile è stato più dispersivo, difficile da
controllare ed ha coinvolto meno, anche emotivamente, i ragazzi. In classe,
invece, si sentivano più partecipi e intervenivano in maniera più frequente.
La mia opinione è che sentivano più "laboratorio" le esperienze con
materiale "che potevano toccare" (lampadine, fili ...) e meno le
osservazioni che potevano fare all'aperto con il sole.
Per onestà devo dire anche che i miei alunni non ne potevano più di fare i
verbali. Forse li ho traumatizzati a furia di fare, rifare e correggere.
RETE
Da parte mia l'utilizzo è stato fondamentale. Mi sembra scontato
sottolineare l'importanza degli scambi con i colleghi e gli spunti che si
possono ricavare dalle esperienze didattiche degli altri. Scontato anche
l'impegno
che richiede l'utilizzo della posta elettronica. Leggere tutto
poi....
Per i ragazzi tutto è più difficile. Accedere personalmente al computer è
possibile solo una, due volte la settimana e solo per alcuni. Impensabile
poi pensare di far leggere tutto a tutti. L'idea di consegnare la posta di
una classe ad un gruppo di alunni è buona ma presenta comunque alcuni
problemi. Da una parte non sempre i ragazzi sono in grado di estrapolare i
passi significativi da riportare ai compagni; dall'altra spesso manca la
contemporaneità dei contenuti su cui discutere (d'altronde non si possono
vietare approfondimenti o deviazioni se lo richiede la situazione).
Direi quindi che per gli alunni la rete è uno stimolo in più, per noi invece
è essenziale (aggiornamento, formazione ...)
MATERIALI FORNITI
Sarebbe troppo sbrigativo dire che tutto il materiale fornito è stato utile.
Farei alcune considerazioni.
1) è una sicurezza avere sempre a disposizione QUALCUNO che risolve i dubbi
(fornisce materiale ad hoc).
2) Metterei tra i materiali forniti anche le giornate di lavoro
sperimentale all'esterno e all'interno, Il produrre insieme attraverso la
discussione e la progettazione collettiva è certamente formativo ed è anche
una forma importante di aggiornamento.
3) Alle scuole è rimasta una documentazione completa del lavoro svolto
(cartelloni) che potrà essere utilizzata in futuro.
In conclusione, al di là del lavoro in sé, considero molto funzionale per la
formazione degli insegnati un percorso così strutturato (vedere assieme,
provare le esperienze, discutere, progettare, scambiare in rete opinioni e
problemi).
BILANCIO
Ho già scritto come vorrei proseguire il lavoro il prossimo anno: conto di
formalizzare la parte sulle trasformazioni geometriche (per una classe terza
penso sia sufficiente)
Se dovessi rifare il percorso cercherei di rendere meno dispersivo il lavoro
all'aperto cercando di rimandare le discussioni più lunghe in classe (un
ambiente più raccolto) e cercherei anche una soluzione per la redazione dei
verbali (magari predisponendo una scheda con punti fissi da compilare)
Per quanto riguarda il confronto con l'altra classe ho notato certamente
delle differenze. La cosa mi sembra però del tutto normale visto che si
tratta di due realtà diverse con esigenze diverse. L'obiettivo dell'IRRSAE ,
cioè la formazione degli insegnanti, non imponeva una perfetta sincronia
nella trattazione degli argomenti, né una metodologia unica quindi, anche i
differenti modi di affrontare il lavoro in classe sono stati, per me,
un'ulteriore occasione di arricchimento professionale.
A questo punto non mi sembra significativo elencare differenze di temi e di
tempi con l'altra classe. Se lo considerate importante ve lo posso mandare
la prossima volta (il compito l'ho fatto !!!)
Mi sembra tutto
Ciao Rosella
Lodi, 5 settembre 1998