Giro il messaggio di Rosella, speditomi come allegato Carlo -------------- Ho riguardato il percorso seguito dalla mia classe (2C TP Cazzulani) e poi anche quello di un'altra (2E Cairoli). La scelta è stata del tutto casuale (la prima nel mio archivio); l'unica cosa a cui ho badato è che fosse un'altra seconda. Per non andare troppo a ruota libera seguirò i punti forniti da Enrica nell'incontro del 1-6-98. CONTENUTI La mia estrazione biologica ha portato, spesso, non dico a "saltare" questo argomento ma sicuramente ad approfondirlo poco. L'idea di buttarmi in qualcosa di "nuovo", su un tema da me non molto padroneggiato, era accattivante. Mi attirava anche poter contare sull'aiuto, la collaborazione e il sostegno di tanti colleghi. Ecco perché ho aderito con un certo entusiasmo al progetto Ciò che mi ha maggiormente colpito è stato lo scoprire come tante osservazioni del mondo reale e della vita di tutti i giorni fossero utili a capire concetti non semplici. Interessanti e originali sono stato gli spunti che hanno permesso di affrontare in modo nuovo (per me almeno) alcune parti del programma di geometria. A mio avviso questa è un'esperienza da socializzare il più possibile. I ragazzi hanno sicuramente imparato da questo percorso sia dal punto di vista dei concetti, sia soprattutto da quello delle procedure. PROCEDURE E' stato offerto ai ragazzi un esempio del modo di "fare scienze" e di come sia importante affrontare con ordine le tappe per arrivare al sapere: dall'osservazione, alla descrizione, alla formalizzazione. Il formulare ipotesi, previsioni, il preparare esperienze cercando e fabbricando l'attrezzatura è stato altresì estremamente significativo per i ragazzi. Dal punto di vista dell'insegnante non mi è sembrato per nulla disdicevole avere una scaletta da seguire, anzi direi che l'ho trovato molto rassicurante. Inoltre il fatto di dover seguire un percorso insieme ad altri mi ha costretto a mettere un po' in secondo piano il problema dei tempi che sempre assilla. METODOLOGIE DIDATTICHE I ragazzi hanno lavorato un po' in tutti i modi. A classe intera, durante le esperienze indoor, a gruppi e singolarmente all'aperto. Il lavoro di osservazione diretta in cortile è stato più dispersivo, difficile da controllare ed ha coinvolto meno, anche emotivamente, i ragazzi. In classe, invece, si sentivano più partecipi e intervenivano in maniera più frequente. La mia opinione è che sentivano più "laboratorio" le esperienze con materiale "che potevano toccare" (lampadine, fili ...) e meno le osservazioni che potevano fare all'aperto con il sole. Per onestà devo dire anche che i miei alunni non ne potevano più di fare i verbali. Forse li ho traumatizzati a furia di fare, rifare e correggere. RETE Da parte mia l'utilizzo è stato fondamentale. Mi sembra scontato sottolineare l'importanza degli scambi con i colleghi e gli spunti che si possono ricavare dalle esperienze didattiche degli altri. Scontato anche l'impegno che richiede l'utilizzo della posta elettronica. Leggere tutto poi.... Per i ragazzi tutto è più difficile. Accedere personalmente al computer è possibile solo una, due volte la settimana e solo per alcuni. Impensabile poi pensare di far leggere tutto a tutti. L'idea di consegnare la posta di una classe ad un gruppo di alunni è buona ma presenta comunque alcuni problemi. Da una parte non sempre i ragazzi sono in grado di estrapolare i passi significativi da riportare ai compagni; dall'altra spesso manca la contemporaneità dei contenuti su cui discutere (d'altronde non si possono vietare approfondimenti o deviazioni se lo richiede la situazione). Direi quindi che per gli alunni la rete è uno stimolo in più, per noi invece è essenziale (aggiornamento, formazione ...) MATERIALI FORNITI Sarebbe troppo sbrigativo dire che tutto il materiale fornito è stato utile. Farei alcune considerazioni. 1) è una sicurezza avere sempre a disposizione QUALCUNO che risolve i dubbi (fornisce materiale ad hoc). 2) Metterei tra i materiali forniti anche le giornate di lavoro sperimentale all'esterno e all'interno, Il produrre insieme attraverso la discussione e la progettazione collettiva è certamente formativo ed è anche una forma importante di aggiornamento. 3) Alle scuole è rimasta una documentazione completa del lavoro svolto (cartelloni) che potrà essere utilizzata in futuro. In conclusione, al di là del lavoro in sé, considero molto funzionale per la formazione degli insegnati un percorso così strutturato (vedere assieme, provare le esperienze, discutere, progettare, scambiare in rete opinioni e problemi). BILANCIO Ho già scritto come vorrei proseguire il lavoro il prossimo anno: conto di formalizzare la parte sulle trasformazioni geometriche (per una classe terza penso sia sufficiente) Se dovessi rifare il percorso cercherei di rendere meno dispersivo il lavoro all'aperto cercando di rimandare le discussioni più lunghe in classe (un ambiente più raccolto) e cercherei anche una soluzione per la redazione dei verbali (magari predisponendo una scheda con punti fissi da compilare) Per quanto riguarda il confronto con l'altra classe ho notato certamente delle differenze. La cosa mi sembra però del tutto normale visto che si tratta di due realtà diverse con esigenze diverse. L'obiettivo dell'IRRSAE , cioè la formazione degli insegnanti, non imponeva una perfetta sincronia nella trattazione degli argomenti, né una metodologia unica quindi, anche i differenti modi di affrontare il lavoro in classe sono stati, per me, un'ulteriore occasione di arricchimento professionale. A questo punto non mi sembra significativo elencare differenze di temi e di tempi con l'altra classe. Se lo considerate importante ve lo posso mandare la prossima volta (il compito l'ho fatto !!!) Mi sembra tutto Ciao Rosella Lodi, 5 settembre 1998 |