Da: Loredana Prencipe <didfimi8@imiucca.csi.unimi.it>
Oggetto: cusano-riflessioni2
Data: mercoledì 11 novembre 1998 8.59

10/11/98 Riflessioni da Loredana

Sono stata particolarmente contenta di aver sentito Enrica porre in modo
forte il problema della valutazione del progetto
, proprio perchè io ho
sempre ritenuto che il non considerare questo problema come centrale, fosse
la carenza maggiore da attribuire al progetto stesso.Sono consapevole che
il protocollo per la valutazione dovesse essere steso e condiviso prima di
iniziare il lavoro, ma.. meglio tardi che mai.
Io sento come necessità personale, e anche di persona che fa parte di un
lavoro di ricerca (mentro lo scrivo mi viene un pò da ridere , ma in fondo
è vero....),aprire su questo tema un dibattito e indicare quali sono i
parametri
con i quali si deve valutare un lavoro di questo genere e quali
sono gli oggetti della valutazione.
Enrica, Giovedì, ne ha indicati due: frequenza e puntualità delle
comunicazioni delle singole insegnanti (non ho ben chiaro se anche delle
singole classi) e verbali dei ragazzi.
Personalmente penso che i verbali dei ragazzi non possano essere
confrontati tutti insieme, perchè io leggendoli, ho ritrovato almeno due
modalità di scrittura, una, dove il lavoro di rielaborazione in classe è
forte e assolutamente condiviso (infatti vengono firmati dalle classi), e
una,dove le indicazioni vengono date dalla classe, ma la stesura è lasciata
interamente ad alcuni ragazzi che infatti firmano il verbale. E' chiaro che
le finalità didattiche sono diverse, nel primo caso si cura che il gruppo
classe sia arrivato ad una rielaborazione delle conoscenze "corretta", nel
secondo caso si verifica se c'è discrepanza tra la conoscenza di classe e
quella singola.Sarebbe interessante alternare le due modalità di scrittura
dei verbali, perchè ritengo che siano da verificare entrambe le cose. Allo
stato delle cose penso che i verbali debbano essere almeno raggruppati in
due grandi gruppi e poi confrontati.

Io credo che ci siano altre cose che possono concorrere a stendere una
valutazione del progetto e che risultano abbastanza chiaramente dalle
riflessioni che leggo in questi giorni, ma non mi risulta chiaro come
farlo; esistono dei protocolli già utilizzati dalla comunità scientifica a
cui fare riferimemnto? ci possono essere dati dei riscontri bibliografici o
,meglio ancora, forniti i protocolli stessi se già utilizzati in altra sede
da Enrica?

credo che questo tema debba essere affrontato dal gruppo e discusso in rete
e possa quindi rappresentare quello stimolo a colloquiare tra di noi al di
fuori del lavoro che stiamo facendo in classe.

Parte seconda
Aggiungo in breve le mie riflessioni generali che avevo già messo in rete e
anche espresso a giugno durante il lavoro di gruppo.
Valenze positive della proposta:
-I ragazzi hanno lavorato!!! hanno poi imparato a dedurre informazioni dai
dati e a confrontarli; la famosa tabella cosa abbiamo fatto/cosa abbiamo
imparato mi sembra uno strumento estremamente potente che è entrato nella
consuetudine del lavoro
-il lavoro in èquipe (classe o altre classi)è stato motivante ed efficace,
la comprensione dei concetti attraverso il lavoro degli altri è stato
decisamente più veloce che una ripresa dell'argomento da parte mia, è come
se tra i ragazzi ci fosse un codice di comunicazione che evitava l'utilizzo
di quelle barriere cognitive che impedivano l'apprendimento ai compagni
-la competizione è diventata decubertiana
-i ragazzi mi hanno percepita come insegnante in modo diverso
-io mi sono sentita sicura del valore del lavoro che stavo facendo e
pertanto non avevo più bisogno dei consensi dei genitori , ....
-sono consapevole di aver lavorato di meno che se avessi fatto le stesse
cose da sola, perchè ho potuto sfruttare il lavoro degli altri
-sono consapevole di essere cambiata e questo secondo Gowin è l'indice del
vero apprendimento, proprio perchè tento di lavorare in questo modo non
solo in questo lavoro comune , ma in tutto quello che faccio.e' certamente
cambiata la mia scala dei valori e anche per me il lavorare in èquipe non è
fonte di tensione o di paura dei giudizi, ma solo fonte di stimolo
-la possibilità di mantenere all'interno di un lavoro comune, la propia
individualità
-il dover riflettere giornalmente sul proprio lavoro scrivendo i commenti
mi è stato particolrmante utile , più delle sbobinature

Valenze negative:
-la mancanza di dibattito in rete (questo secondo me è dipeso dal fatto che
si pensava di dibattere su quanto fatto in classe e la naturale sfasatura
tra le classi ci rendeva non tempiste, probabilmente la discussione doveva
essere innescata su qualche cosa che stava sopra la quotidianità, tipo
"valutazione del progetto").
-la non integrabilità del tempo scuola con il tempo richiesto dal lavoro(io
per fortuna ho colleghi quasi tutti collaborativi, ma quando devo chiedere
qualche cosa a tecnica......)
-la non chiarezza sulla valutazione anche del lavoro dei ragazzi

Ciao Loredana