L’intensità luminosa

Prime osservazioni qualitative
 [
HomePrecedente ] Introduzione ] Su ]

 

Supporto didattico ALL'ESPERIENZA 4.1

Fisica

   CHE COSA FAR NOTARE

Innanzitutto, anche solo a livello qualitativo, coglieremo la relazione tra distanza dalla sorgente e lunghezza del diametro del cerchio di luce (sarà facile intuire, anche senza fare misure, che se l’una raddoppia, anche l’altra raddoppia, ecc.). Sottolineiamo la notevole diminuzione dell’intensità luminosa all’aumentare della distanza e del diametro.

Nella seconda parte (Modello matematico) le relazioni tra distanze, diametri, aree, verranno costruite con argomentazioni geometriche. L’osservazione sopra proposta è, in ogni caso, un grande aiuto per visualizzare la realtà tridimensionale.

È importante l’analisi della figura tridimensionale di luce: un cono con vertice nella sorgente e asse perpendicolare allo schermo con fenditura. I cerchi di luce sono le sezioni piane, perpendicolari all’asse del cono. Queste osservazioni sono molto significative per costruire il concetto di sezione piana di una figura tridimensionale; e anche per capire che, anche quando non vedevamo il cono di luce (in assenza di una polvere che diffondesse la luce del fascio), la successione delle sezioni piane ci poteva suggerire la forma tridimensionale che stavamo sezionando.

   CHE COSA SUCCEDE

La sorgente di luce (la lampadina) emette luce nello spazio tridimensionale in modo uniforme. Noi, con lo schermo con fenditura, selezioniamo una “porzione” di questa luce emessa; la fenditura circolare si comporta come una nuova sorgente di luce che si propaga dall’altra parte dello schermo. Il fascio di luce che emerge ha la forma di un cono circolare retto. L’energia emessa nell’unità di tempo è costante, quindi l’energia “contenuta nel cono” è costante. La distanza dalla sorgente determina l’estensione della sezione piana, che ci appare come un cerchio di luce.

 

 [ HomePrecedente ] Introduzione ] Su ]