Classe rossa
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Dalla storia: … Tobia non esce più dalla sua tana perché si sente seguito ovunque…

A.: chi potrebbe essere?

Franco (4 A.): sarà un mostro!

Riccardo (5 A.): un fantasma!

Omar (5 A.): un ladro!

Stefania (5 A.): guarda, sul pavimento c’è l’ombra di un sagomone! Forse è un’ombra che fa paura a Tobia.

Alla finestra sono appese le sagome dei bambini a grandezza naturale.

 

Carlotta (4 A.): l’ombra che c’era prima è sparita ed il sole non entra più da quella finestra.

A.: si è spostata l’ombra o il sole?

Gabriele (5 A.): è il sole che gira.

Silvio (5 A.): è la terra che gira intorno al sole, me l’ha detto la mamma!

Carlotta (5 A.): lo sai che il mio papà mi ha detto che quando a Milano è notte da un’altra parte è giorno?

Carlotta: dall’altra parte della terra

A.: com’è fatta la terra?

Nicolò: è rotonda

A.: come fai a saperlo?

Nicolò: a casa ho il mappamondo

A.: vuoi portarlo a scuola domani?

Nicolò: certo

 

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Riccardo gioca con la pila a fare il sole che illumina il mappamondo.

Riccardo (5 A.): guara Nicolò, la pila fa luce solo da una parte!

A.: come mai?

Stefania (5A.): allora se il sole è su in America a Milano è notte!

Sara (5 A.): quando è notte in cielo ci sono la luna e le stelle.

Ilaria (5 A.): una volta di giorno al mare era un po’ buio e faceva un po’ freddino, la mamma ha detto che era l’eclisse.

A.: che cos’è?

Silvio (5A.): è quando la luna va davanti al sole e sulla terra è buio.

Ilaria (5 A.): la luna lo copre e fa ombra alla terra.

 

 

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Eric (5 A.): nel cielo ci sono anche i pianeti.

A.: cosa sono?

Nicolò (4 A.): massi di sasso sospesi nell’aria.

Silvio: sono dei sassi che ruotano nel cielo.

Stefania e Silvio portano dei libri che parlano del sistema solare.

Riccardo (5 A.): ma è più vicino alla Terra Marte o Plutone?

Gabriele (5 A.): Marte è rosso perché è arrugginito.

Omar (5 A.): Plutone è blu perché è freddo.

Sara (5 A.): perché non li disegnamo e li mettiamo tutti intorno al Sole?

Poiché l’interesse permane, l’educatrice propone ai bambini di trasformare la classe in un piccolo universo, lasciando spazio alla loro creatività.

DAL DIARIO DI BORDO

 

6 marzo 2001.

Questa mattina la mamma di Silvio mi ha chiesto se stiamo parlando dei pianeti; alla mia risposta affermativa, racconta che la sera precedente il bambino a chiesto ai genitori di denominarli giocando a: “comincia per Sa… per Te… per Ma…”.

Quando il padre ha detto “Ur…anio” il bambino lo ha corretto ridendo: “No è Urano!”

L’interesse nei bambini è grande.

Oggi con il gruppo dei cinque anni, prima di riprodurre il Sistema solare, studiamo le dimensioni e le caratteristiche dei pianeti.

Cominciamo a realizzarli con varie tecniche: acquarelli, cartoni, fili, plastica, pongo e ferro.

I bambini sono assorti e prima di scegliere il materiale si informano, chiedendo di leggere loro i libri a disposizione ed osservando le figure.

 

12 marzo 2001

Oggi Silvio ha portato un libro con bellissime illustrazioni riguardanti l’origine dell’Universo; lo guardiamo insieme.

Gabriele ha disegnato a casa la Galassia, abbiamo appeso il suo lavoro in classe ed i bambini continuano a chiedere i nomi dei pianeti.

Mentre i grandi producono pianeti con materiali di ogni tipo, i bambini di quattro anni si dedicano a produzioni che rappresentano il giorno e la notte.

 

13 marzo 2001

L’interesse sembra non esaurirsi: Massimiliano con il pongo costruisce il “pianeta con gli anelli” e Vittoria porta da casa un suo disegno che rappresenta Plutone, Saturno e Mercurio.

 

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A.: come si fa a raggiungere un pianeta?

Tutti in coro: con l’astronave!

Sara (5 A.): facciamo l’astronave?

A.: come facciamo?

Gabriele (5 A.): a casa ho un’astronave fatta di plastica, domani la porto.

Progettiamo un’astronave e la costruiamo.

 

DAL DIARIO DI BORDO

20 APRILE 2001.

Alcune folate di vento fanno ondeggiare i pianeti ed il cielo appesi al soffitto… chiedo ai bambini: “Cosa sta succedendo?” “Come hanno fatto a muoversi?”

-         “E’ il vento” Gaia

-          “Cos’è e di che cosa è fatto’”

-          “E’ fatto di aria” Riccardo

-          “Ma l’aria si può vedere?”

-          “No! Perché è trasparente” Gabriele

-          “Come facciamo a sapere che c’è?”

-          “Quando è fresca si sente nel corpo” Gabriele

-          “Sopra al calorifero è calda” Ilaria

-          “I palloncini sono pieni d’aria” Riccardo.

Prendiamo i palloncini che aveva portato a scuola Omar e proviamo a catturare l’aria.

-“Soffia soffia e il palloncino scoppia perché l'ho gonfiato molto con tanta aria” Omar

Moci guarda il suo perplesso, perché è rimasto piccolo piccolo, non riesce a soffiare molto bene.

-“Ma l’aria è leggera o pesante?”

Sara, che è da un po’ che vuole riempire il palloncino d’acqua, mi da l’idea.

Con palloncini pieni d’aria e di acqua confrontiamo le diverse esperienze soppesandoli e cercando di spostarli con piccole spinte e soffiandoci sopra.

 

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Ilaria, aiutata dalla mamma, ha inventato una storia ambientata nello spazio.

La leggiamo e nei giorni seguenti ne inventiamo altre.

 

Visita al planetario.

4 giugno2001.

Eric: Quando si sono spente le luci il soffitto è diventato pieno di stelle ed io c’ero come dentro, ma non avevo paura.

Stefi: Intorno al soffitto c’era il paesaggio, il duomo, le case…però la mia non la vedevo…

Gabriele: Nell’astronave volavano le caramelle perché non c’è la forza di gravità cioè quella che fa volare le cose…

Gabriele: Le costellazioni sono quando le stelle fanno delle formette…il carro…la casa…

Luca: Il cielo è come un mare ma pieno di stelle…