Lavoro di gruppo
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Martedì 22 e mercoledì 23

La relazione degli insegnanti presenta già in modo ampio quali sono le motivazioni per la scelta del tema e per le scelte sulla gestione concreta del gruppo.

Le parole che ricorrono "spiazzamento", "spaesamento", "provocatorio", "crisi", rendono l'idea di quanto sia stato coinvolgente e sconvolgente essere posti in concreto di fronte alla richiesta di "imparare a ragionare con oggetti" e "mettersi in gioco" in prima persona. (Le virgolette precedenti indicano termini presi dalla relazione dei corsisti).

Il nostro ruolo é stato di mediatori tra il materiale sperimentale (le osservazioni-esperienze-esperimenti), le idee dei corsisti, il sapere disciplinare (presentato attraverso "pochi ma fondamentali schemi interpretativi", che erano già stati inviati nel materiale pre-corso, ma a cui i corsisti non hanno mai fatto riferimento).

Questa mediazione ha richiesto sia una funzione di stimolo e sollecitazione a vedere le cose da punti di vista diversi da quelli usuali, a porsi domande inaspettate, a cercare le risposte nella realtà sperimentale e in sé stessi e nei piccoli gruppi formatisi di volta in volta prima che nei libri o negli esperti..... sia una funzione di supporto e rassicurazione sulle possibilità di gestione delle situazioni non troppo strutturate a priori, ricche di stimoli.

Facciamo alcuni esempi degli episodi più significativi.

Manca infatti nella relazione dei corsisti un legame stretto tra queste riflessioni generali e le cose concrete che sono state fatte. Analizziamo in dettaglio qualcuna delle cose "che ci sono successe".
Attraverso tutto il lavoro in esterno di cui abbiamo già riferito, abbiamo preso coscienza della varietà di esperienze e di idee rispetto alla luce che ognuno di noi ha. Adesso proviamo a esplicitare alcune di queste idee in forma schematica e a confrontarle con gli schemi interpretativi disciplinari.

Uno degli esperti (riprendendo il materiale inviato quest'estate) dà un primo stimolo disciplinare: tutta la ricchezza di situazioni viste si può ridurre alla presenza di pochi "protagonisti" che vengono elencati:

  • sorgente (primaria)
  • occhio
  • oggetto (secondaria)
  • spazio interposto

ma poi fa notare che in questa rappresentazione (elenco) non compaiono né la "luce" né le connessioni tra i protagonisti. Chiede allora di tracciare uno schema che permetta di "visualizzare" il ruolo della luce e i tipi di interazioni tra i fattori principali.

Subito vengono proposti due schemi che corrispondono alle due esperienze "contrastanti" ma "compresenti" in qualsiasi esperienza di luce:

  1. gli elementi dello schema sono connessi tra loro da frecce che rappresentano la luce
  2. gli elementi dello schema sono racchiusi in un contorno e tutto lo spazio tra essi é da intendersi "pieno di luce"

Attraverso una ampia discussione collegiale che coinvolge corsisti e esperti si cerca di approfondire quali sono le basi esperienziali e le idee disciplinari legate all'uno e all'altro modo di vedere (in senso metaforico!).

Decidiamo che dobbiamo approfondire di più l'idea dei raggi per capire se e come i due schemi sono conciliabili.

Ci fermiamo un attimo.

Nel lavoro di mediazione, a momenti in cui si sollecita la ricchezza e l'ampliamento, si alternano momenti in cui si delimita il campo, ci si costringe a guardare in modo approfondito una cosa, trascurando le altre o meglio lasciandole sullo sfondo.

Così passiamo ad approfondire l'idea di sorgente di luce e a classificare le sorgenti che abbiamo a disposizione.

Studio di spazi di luce e spazi d'ombra.

Non tutti i gruppi hanno eseguito le stesse osservazioni o progettato le stesse esperienze pur con lo stesso materiale di partenza. Ne elenchiamo alcune:

  • Esperienza con sorgente puntiforme, maschera con foro circolare, schermo interponendo tra maschera e schermo un cono di cartoncino col vertice rivolto una volta verso la sorgente, una volta verso lo schermo. (vedi figure sulla relazione Pavia, Tosatto, Lazzaro)
  • Esperienza con una sorgente punti forme e più oggetti (spiedini appoggiati sul pongo).
  • Esperienza con due sorgenti puntiformi e un oggetto.
  • Studio di ombre e penombre con sorgenti diverse (lampadine normali, alogene, krypton, led, laser). Variabili significative: dimensione della sorgente, distanza dello schermo, intensità di partenza. Si nota inoltre la variazione dell'intensità con la distanza.

Tutto questo lavoro sperimentale potrebbe essere approfondito. Sottolineiamo invece il legame tra questo comportamento della luce e delle ombre e il nostro vedere, andando ad osservare come si vede ad esempio una lastra quadrata ruotandola rispetto all'osservatore (il rombo é un quadrato visto per ...) ecc.

Ruolo di mediazione, di apertura, di collegamento all'esperienza quotidiana. Qui la mediazione rispetto ad adulti con laurea specifica e che insegnano l'argomento anche in modo formalizzato deve essere fortissima. Siamo così abituati a fare le cose in un certo modo e per un certo scopo che non siamo più capaci di "vedere".

Si prosegue lavorando sull'interazione tra luce e materiali. Si usa del perspex a pezzi di diversa consistenza e colore. Si prova a dare dei nomi ai comportamenti del materiale in base a:

  • cosa fa il materiale alla luce (la riflette-diffonde; la assorbe; la piega, rifrange; la colora ecc. e fa tutto contemporaneamente);
  • cosa fa il materiale al nostro vedere (si vede attraverso, si vede attraverso solo se l'oggetto é a contatto della lastra ecc.).

I corsisti sono diventati molto abili nel gioco di lasciarsi guidare dal materiale e gestire situazioni complesse, in questo il nostro ruolo di mediatori richiede molti meno interventi. Maggiori invece gli interventi per orientare verso le caratteristiche salienti dal punto di vista disciplinare e ritrovare leggi note. Oltre a interventi sul piano metacognitivo di prendere coscienza del procedere per separazione di fenomeni intrecciati.

Si invita da una parte a considerare la contemporaneità dei fenomeni, dall'altra a prendere coscienza che nel caso della luce é abbastanza facile separare questi comportamenti e studiare separatamente riflessione, rifrazione ecc. Un confronto con situazioni diverse, ad esempio quelle termiche, in cui questa separazione non é sempre così facile permette una consapevolezza maggiore di modi spesso automatici di procedere che vengono presi per scontati.

Interventi di mediazione anche nel tenere sempre presenti: esperienze della vita di tutti i giorni a cui collegare il lavoro di laboratorio (specchiarsi nelle vetrine dei negozi, come guardarci attraverso, ecc.); parole per descrivere quello che si vede; schemi che aiutino a rappresentare le situazioni; misura di variabili significativa e ricerca di relazioni funzionali tra esse, fino a vere e proprie formule.

Alle esperienze qualitative (interponendo singole lastrine di vario tipo tra una sorgente puntiforme e un oggetto e poi tra oggetto e schermo; interponendo più lastrine sovrapposte; ecc) si associano in alcuni gruppi misure di intensità luminosa con fotoresistenze e luxmetro. Lavorando con una struttura reticolare si avanza un modello per interpretare la dipendenza dell'intensità dal quadrato della distanza.

I legami con la matematica sia sul versante geometrico che su quello algebrico vengono in un certo senso abbandonati per riprendere un filo più tipicamente fisico da una parte e percettivo dall'altra: il colore della luce - il colore degli oggetti - il colore delle ombre.

Esperienze con proiettori e diapositive fatte da telaietti contenenti gelatine colorate (filtri da fotografia): rosso, verde, blu. Prima si illumina la superficie della lavagna (bianca con delle scritte rosse e blu) con una sola delle sorgenti, quindi si sovrappongono (parzialmente) due o tutti e tre i fasci e si osservano i colori che si ottengono per "somma" della luce. Siamo fortemente nel "cosa vede l'occhio". La luce gialla che si ottiene per somma del verde e del rosso non contiene onde della lunghezza d'onda del giallo!
Poi si prova a vedere cosa si ottiene interponendo sul cammino di un fascio di luce bianca successivamente uno, due e tre filtri (sottrazione dei colori della luce), ancora cosa fa la luce, cosa fa il materiale alla luce, cosa vede l'occhio.
Infine ombre colorate interponendo un oggetto sul cammino di due fasci che parzialmente si incontrano. (vedi schema su lucido)

senis14.jpg (17974 byte) senis15.jpg (17704 byte)

 

Nonostante l'esperienza quotidiana sia "a colori" nessuna delle esperienze viste si colloca molto vicina alla percezione comune e qui la mediazione per arrivare all'interpretazione fisica di quello che si vede é fortissima.

Gli schemi geometrici di propagazione rettilinea della luce "colorata" dai filtri servono a interpretare le ombre colorate, ma il comportamento dei filtri e la percezione del colore (per somma e sottrazione) richiede sia di arricchire il modello di luce per rendere conto del suo colore che il modello di occhio.