1° media
(M)
- Cosa è emerso, cosa hanno capito i ragazzi
- Gli oscillatori.
Dal
verbale
della lezione 10
La lamina verticale
Questo oggetto è fatto in questo modo:
un
parallelepipedo di legno è stato fissato su una lamina di
acciaio sottile e molto flessibile che era messa verticalmente.
Noi tiravamo indietro il cubetto di legno, lo lasciavamo andare
e questo oscillava avanti e indietro. Il cubetto di legno si
muoveva perché era la lamina a cui era attaccato che oscillava.
Questo movimento provocava molta aria perché la lamina, essendo
piatta, muove l’aria.
Ogni
punto della parte che si muove fa lo stesso movimento della
lamina: va indietro, torna al punto di partenza, va avanti e torna
al punto di partenza.

Per misurare la frequenza si potrebbe calcolare quante volte
oscilla in un tempo stabilito (es. 10
secondi).
Il pupazzetto
Questo secondo oggetto è fatto in
questo modo:
un
pupazzo di legno che al posto delle braccia e delle gambe aveva
dei pezzi di corda che univano le mani e i piedi al busto, aveva
sul cappello un anello a cui era attaccata una molla molto
morbida ed elastica. La molla era attaccata ad una semisfera di
legno appesa con due anellini ad un anello di legno.

noi spingevamo il pupazzetto verso
l’alto comprimendo la molla, lasciavamo andare di colpo il
pupazzetto che cadendo verso il basso allungava la molla e
sembrava fare jumping jump. Il pupazzo andava su e giù fino a che
la molla non smetteva il suo movimento. Di questo oggetto si
muovevano tutti i componenti.
Secondo me il movimento veniva provocato, verso il basso, dal peso
del pupazzetto che allungava la molla, e verso l’alto, dal
ritorno della molla.
Il movimento del busto del pupazzetto
era coordinato con il movimento della molla, invece le braccia e
le gambe (corde) facevano il movimento contrario.
Anche in questo caso per misurare la frequenza si potrebbe contare quante volte
si alza e si abbassa.
La “catapulta”
Questo
terzo oggetto era fatto in questo modo:
a
due asticelle di
legno che si intersecavano formando un angolo retto era
attaccata un'asta di ferro collegata con una molla ad un anello
posto nella parte alta dell’asticella verticale. La molla
teneva sospesa un’altra asticella alla cui estremità era
fissato con un elastico un piccolo parallelepipedo di legno.

Noi tiravamo verso il basso il
parallelepipedo che tendeva la molla. Lasciando andare di colpo il
parallelepipedo la molla lo catapultava verso l’alto, poi
ricadeva al suo posto.
Secondo me il movimento era provocato dalla tensione che facevamo
sulla molla premendo il parallelepipedo e dalla spinta dovuta al
ritorno della molla.
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